Ha debuttato accanto a Matteo Bordone nella conduzione del nuovo programma di Radio 2 Drive Time. Una nuova avventura dopo il successo ottenuto in tv con Quelli che il calcio. «Sono bella carica – dice Melissa Greta Marchetto poche ore prima di andare in onda -. Lo so che non sto facendo un intervento a cuore aperto, me lo dicevo anche prima delle dirette di Qcc. Mi serviva per convincermi: in qualche modo me la caverò».
Bordone lo ha conosciuto poche settimane fa al concerto milanese dei Baustelle: «Si è creato subito un bel feeling, molto simile a quello avuto con la Gialappa’s Band. Un’intesa stimolante, perché io non sono una che attacca. Incasso e mi piace giocare su quello. Sicuramente sarà lui a tenere banco, ma io non mi farò travolgere». La passione per la musica c’è sempre stata, ha studiato all’Accademia Musicale: «Però non interveniamo sulla scelta delle canzoni». Ma lei cosa trasmetterebbe? «Mi piace la musica italiana, dai cantautori storici alla scena di oggi. L’ultimo concerto che ho visto è stato quello di Ermal Meta». L’artista preferito? «Aerosmith. Anche se Bordone ha da ridire». Drive Time ha anche una finestra televisiva su Rai 2 nell’ultimo quarto d’ora di programma, dalle 19.45 alle 20, in cui prende il titolo Gli Sbandati.
La tv resta quindi un punto fermo per Melissa Greta («Ci tengo al doppio nome, mi raccomando»), brianzola, dopo gli esordi come Winx nello spettacolo teatrale e l’approdo a Deejay Tv, ormai ha la strada segnata. Anche se sognava di fare la cantante e ora si sta laureando in Beni Culturali: «L’ho capito: è questo che voglio fare anche “da grande”, fare intrattenimento. In tv e in radio».
Papà Maurizio è il ct della Nazionale di pattinaggio su velocità, la mamma è insegnante di educazione fisica, lei tiene comunque alto l’onore sportivo della famiglia: «Anche se ammetto di non saper pattinare, vado a correre e in palestra. Mi alzo anche alle cinque e mezza per correre. E poi avere una famiglia così sportiva mi ha aiutato a Quelli che il calcio».
Che perderà però Nicola Savino e la Gialappa’s, destinati a Mediaset: «Ma io non ho nessuna intenzione di andarmene. Fosse stato per me avrei fatto anche l’edizione estiva Quelli che il calciomercato. L’ho proposto, ma mi hanno mandato a stendere».
La speranza è di ripetere anche con i nuovi conduttori Luca e Paolo l’esperienza fortunata di questi due anni «che dal punto di vista professionale sono stati i più belli della mia vita. Mi sono divertita e ho imparato tanto. Ero contenta di andare al lavoro. E non solo per i “Gialappi” e Nicola; tutta la squadra di autori è fantastica». Squadra confermata in larga parte, a partire dal capo-progetto Massimo Venier. Si riparte il 10 settembre: «E io voglio esserci. Sarà una bella sfida che ci darà grande adrenalina».
Lavorare a Qcc le ha fatto crescere anche la passione per il calcio: «Non ne ero completamente digiuna, diciamo che è stata affinata da persone che ne sapevano più di me – ride -. Mi sono ritrovata a guardare la finale di Coppa Italia mentre cucinavo il cavolo nero. Ancora non ci credo». E dire che nemmeno giocava la “sua” Roma, squadra scelta per merito di Totti: «Sono una veneta nata in Brianza che ama Roma e i romani, ma soprattutto ho sempre amato il modo di Totti di approcciarsi al calcio».
I modelli da seguire nel mondo dello spettacolo sono invece altri: «Simona Ventura e Lena Dunham, l’autrice/attrice di Girls. Ma sono stata conquistata anche dalla figura dell’epidemiologa Flavia Bustreo, una donna eccezionale e positiva. La Ventura mi ha aiutata ad affrontare la Gialappa’s, anche se lei non lo sa. Da bimba guardavo Mai dire gol e ho rivisto per mesi i dvd del programma per studiare i loro botta e risposta. E credo che mi sia servito». Infine le parole di stima per Dunham: «Apprezzo il suo messaggio alle donne: non bisogna essere perfette per farsi strada. Io l’ho capito, ora so accettare i miei limiti».
Roberto Pavanello, La Stampa