(di Tiziano Rapanà) Evito il giro di valzer sulla retorica melliflua incentrata sullo stato delle cose del Paese. Le cose vanno in un certo modo e la via per l’indignazione non è sempre la più felice. Tanto si è detto e tanto si continua a dire e a volte non dovrei leggere i giornali, perdo tempo. Meglio ascoltare İbrahim Tatlıses, l’imperatore della musica turca, e fregarmene dell’esistente. Ma le giornate camminano e non posso ignorarne il passo. Editorialisti intelligenti, che annotano le storture del quotidiano, esistono e rimbrottano l’italiano medio. Nome come Camillo Langone, Anna Tortora, Giampiero Mughini, Francesco Merlo, rappresentano questo pensare incessante contro il cattivo costume. Oggi un altro fustigatore, un intellettuale raffinatissimo, non lo trovate nei giornali ma sulle piattaforme musicali. È Luca Bizzarri, l’artista genovese che è diventato volto familiare ai tanti che hanno a cuore le popolari trasmissioni Rai e Mediaset. Non hanno un amico è il suo luogo di riflessione, la sua pagina dove vergare l’editoriale giornaliero. Si ride tanto e si riflette. Sono 5 minuti sugosissimi di ragionamenti, che non conoscono la tracotanza. Il congetturare non gira solo intorno alle questioncelle della politica: è la commedia umana tutta con le sue contraddizioni, talmente enormi da risultare misteriose perfino al genio di de Balzac. Non hanno un amico è una produzione Chora Media che vi consiglio di ascoltare, se volete capirci qualcosa sulle bizzarrie nostrane.