“Otto anni, 6 governi, 5 presidenti del Consiglio, 180 giri di consultazioni e una sola espressione, quella. Bravo. La tenga”, scherza Geppi Cucciari rivolgendosi al presidente Sergio Mattarella al Quirinale. Stamattina, in occasione della cerimonia di presentazione dei candidati ai premi ‘David di Donatello’ per l’anno 2023, la comica sarda ha fatto sorridere l’intera sala, capo di Stato incluso.
È sempre una grande emozione essere qui, in questa modesta magione, ampio cortile, molto luminosa, discreta armocromia, libero tra 5 anni. Presidente, lei libero tra cinque anni”, rincara la 49enne Cucciari ironizzando sul Palazzo. E strappa una risata anche sul secondo mandato di Mattarella, alla guida del Paese fino al 2027: “Bello ritrovarla dopo questi due anni. Un nuovo incarico che lei ha accettato con grandissimo entusiasmo. Quando l’hanno rieletta meno male aveva la mascherina, non si è visto cosa ha detto sotto”. Lui, seduto in prima fila in giacca e cravatta, sorride divertito ma composto, con l’eleganza istituzionale che lo contraddistingue.
“Pensi, lei oggi poteva essere un uomo libero, un pensionato come tutti. Poteva essere a riposare, a giocare a bocce, a guardare i cantieri come tutti i pensionati, con le mani dietro la schiena, commentando anche il ritardo delle consegne”, incalza Cucciari, per la seconda volta presentatrice della cerimonia. Anche nel 2021, con le sue battute irriverenti, aveva dimostrato di saper alleggerire la solennità che un luogo così importante ispira.
“Ancora qui, al lavoro per noi e con noi. Con poco tempo per svagarsi: invece che andare al cinema è stato costretto a farlo venire tutto qua. Il cinema è qui per lei”. E indica con la mano i presenti che stanno al gioco e si godono il momento, sicuramente con meno aplomb dell’inquilino del Quirinale.
“L’industria del cinema non si è fermata neppure durante il lockdown e ha ripreso velocemente il suo percorso”, dice Mattarella in uno dei passaggi chiave del suo discorso. “La sempre più stretta correlazione tra produzioni cinematografiche e televisive e la molteplicità delle piattaforme hanno aperto strade nuove, che le professionalità del cinema sono riuscite a utilizzare con grandi risultati”.