Cammariere, tra jazz, soul e tocco pop

Cammariere, tra jazz, soul e tocco pop

Esce “La fine di tutti i guai”, decimo album del cantautore

L’antico e sempreverde amore per il jazz, un’incursione nel mondo black, tra soul e rhythm and blues, e un tocco di pop, passando anche per il funky e il country-folk “perché la canzone d’autore è sempre in evoluzione”. Il nuovo album di Sergio Cammariere, La fine di tutti i guai (in uscita il 10 maggio per Jando Music in co-produzione con Parco della Musica Records e distribuzione Egea), segna una svolta dell’artista calabrese che si spinge fin nelle atmosfere della musica latino-americana.”Con un’attenzione certosina ai testi, scritti insieme a Roberto Kunstler – racconta Cammariere, seduto a un tavolo di un ristorante romano -. Ci sono voluti tre anni di lavoro per scegliere le parole giuste, che fossero ben armonizzate con il suono”. Un’attenzione alla parola che forse non a caso arriva dopo l’album strumentale Piano, uscito poco più di un anno e mezzo fa. Il titolo – spiega ancora – “è di buon auspicio, è una visione di pace e di amore in questo mondo dove si registra una curva di involuzione, una speranza nel travaglio di questa condizione umana. E ben si lega ad altri titoli strani che ho dato ai miei lavorio in passato”. Il tema dell’amore è il fil rouge che lega gli undici brani di La fine di tutti i guai.”Racconto l’amore perché l’amore è quello stato mentale, quel sentimento che aiuta a dimenticare e che ti fa scoprire la bellezza – dice Cammariere, che sta lavorando anche ad un docu-film su Rino Gaetano, dopo aver scoperto nel 1996 di essere suo cugino -. L’amore universale che è comprensione e accettazione dell’altro. E va oltre l’amore tra un uomo e una donna, tra due donne, tra due uomini”. Il mondo intimista nel quale ci ha accolto in passato il cantautore, lascia spazio anche a ritmi più solari e gioiosi, come in “Io so”, unico brano non inedito del disco. “E’ una canzone nata nel 1994, portata al Premio Tenco nel 1996 ma con un altro testo e ora rivista e corretta. Di questo brano, che proponevo anche ai tempi in cui frequentavo Il Locale a Roma, esiste anche una versione con Alex Britti e Max Gazzè”. Tre delle canzoni del disco, che ha preso forma alla presenza e con il beneplacito del gatto Pippo, erano state presentate a Sanremo (dove Cammariere era già stato nel 2003 e nel 2008), “ma la Commissione non le ha volute, io comunque ci riproverò”. Ma, chiarisce, anche se preferisce il Tenco, “la nostra casa”, nessun attacco al festival: “Rimane ancora oggi l’unica vetrina importante per la musica e grazie a questa direzione artistica abbiamo potuto scoprire artisti interessanti come Achille Lauro”, anche se una frecciatina la manda, “magari non mi hanno preso perché non sono dentro scuderie forti come Friends & Partners (ndr, la stessa di Claudio Baglioni e di molti artisti in gara)”. E sulla querelle scoppiata intorno al podio, aggiunge: “Ultimo è un fenomeno, ma io preferisco Mahmood: è fortissimo”. Sergio Cammariere presenterà dal vivo le nuove canzoni in un tour che partirà il 17 maggio da Maniago (PN) e andrà avanti durante l’estate per una decina di date.

Claudia Fascia, Ansa

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