(Tiziano Rapanà) Sicuramente lo è stata in passato e in particolar modo negli anni ottanta. Ma oggi, ossia considerando questa insufficiente e insignificante quotidianità artistica, la televendita si può ancora definire arte? Sì e no. O meglio: sostanzialmente sì, perché in tv – specie in quella locale – è presente qualche sprazzo di ottima qualità, che è fortificato dalla presenza di valenti volti noti. Tuttavia a dominare l’attuale è la mediocrità che imperversa, con efferata ferocia, nel variegato palinsesto. Purtroppo non si riesce ad alzare il livello generale e quindi non si è in grado di portare la promozione in un territorio dove dimora la fantasia linguistica. Purtroppo non si riesce ad andare al di là, del consueto, del già visto e dunque del già assimilato. Non ci sono più giochi letterari e modi nuovi di raccontare il prodotto. La televendita è ormai tristemente sommersa da una convenzionalità vecchia di vent’anni, che non ha più senso tenere in piedi.
P.S. Per contatti e quant’altro, tizianodecoder@gmail.com