L’attore a Canneséries per presentare ‘Safe’, la nuova serie Netflix in cui è protagonista, racconta la difficoltà di uscire dal personaggio che ha vissuto per otto stagioni: “Sarà nella prima riga del mio coccodrillo. Ma va bene così”
Ci sono attori celebri che hanno però un nome che la gente dimentica. Se citate Michael C. Hall probabilmente in molti vi risponderanno “Chi?”. Ma se invece lo chiamerete con il nome del più famoso dei suoi personaggi, il serial killer Dexter, beh, allora sarà facile che tutti ricordino il suo volto. E di successi Hall ne ha avuti altri, sia in televisione, con una serie di culto come Six feet under, sia al teatro, soprattutto con l’ultima delle sue fatiche, Lazarus il musical che è stata l’ultima opera di David Bowie. “Certo”, ha detto alla platea di Canneséries, il festival che si conclude oggi a Cannes, “la mia partecipazione a Dexter sarà nel primo paragrafo del mio coccodrillo, se mai qualcuno ne scriverà uno, forse nella prima riga. Ma va bene così”.
Dexter è un personaggio assai amato dal pubblico, nonostante fosse un serial killer: “Sì, ha aiutato il fatto che lui uccideva solo quelli che lo meritavano, se avesse fatto fuori vecchi e bambini non credo che lo show avrebbe avuto lo stesso successo, magari lo avrebbero apprezzato quelli che ammazzano vecchi e bambini, ma sarebbe stato un pubblico piuttosto limitato per una serie tv. Penso davvero che la serie abbia meritato il successo perché è coraggiosa e sovversiva, perché dipinge il ritratto di un uomo che cerca di essere normale ma che resta un assassino. E il pubblico fa il tifo per lui perché le sue regole creano una sorta di empatia fin dall’inizio”.
Il successo per Hall era arrivato già da tempo, con un’altra serie televisiva di culto, Six feet under, nella quale interpretava uno dei due fratelli Fisher, David, che di mestiere facevano i becchini: “Arrivai al ruolo quasi per caso: facevo teatro, avevo lavorato con Sam Mendes e lui, per American Beauty aveva scelto come sceneggiatore Alan Ball. E fu Sam a consigliare Alan Ball di chiamarmi per Six feet under. Io fui sorpreso, non avevo mai pensato alla tv, invece è stata una fantastica esperienza, cinque anni bellissimi. Pensai che quello fosse il punto più alto della mia carriera, che non avrei trovato più un ruolo altrettanto forte in tv e di certo non così a lungo. Era una serie che riusciva a coniugare benissimo per la prima volta comicità e dramma, trovando il lato comico anche nei momenti più drammatici. Ed in fondo è stato così anche Dexter“.
Hall è molto legato al personaggio di Dexter, non solo per il successo che ha ottenuto, ma anche per la sua complessità: “Dexter era unico nel suo genere e questo per un attore è una cosa fantastica. Lo era perché era un personaggio per il quale era tutto finzione, in fondo anche i suoi sentimenti. Davvero non provava passione e emozioni come tutti gli altri. E infatti nel tempo cambia, diventa più umano e più fallibile”. Prepararsi per essere un serial killer che punisce i cattivi non prevedeva che ci fossero esempi precedenti o libri da leggere, “quindi ho dovuto improvvisare: una sera mentre ero a cena a ristorante da solo, mentre pensavo alla serie e al personaggio, vidi un tipo con una faccia strana e decisi che sembrava davvero un assassino. Lo seguii fino a casa. Beh, non sono entrato a casa sua, non l’ho avvolto nella plastica e non l’ho ucciso”, sottolinea ridendo, “ma ho provato a ragionare come Dexter e questo mi ha aiutato a capire il personaggio”.
Uscire da un personaggio del genere, che ha vissuto in tv per otto stagioni, non è stato facile, “Quando Dexter è finito ho avuto il bisogno di fare cose diverse e ho capito che l’effetto cumulativo di tutte le mie esperienze mi è servito per fare una sorta di ‘dexorcismo’, liberarmi di lui. Ho usato il teatro per andare altrove, per ristabilire un rapporto con il pubblico. E ho avuto la straordinaria occasione di lavorare con David Bowie al suo ultimo progetto”. Hall è stato il protagonista in teatro di Lazarus, musical basato su L’uomo che cadde sulla terra, scritto da David Bowie e Enda Walsh, poco prima che Bowie morisse, cantando le sue canzoni. “Quando le ho cantate davanti a lui per la prima volta, nel suo appartamento a New York, ero tesissimo, ma il fatto che me le abbia fatte cantare è stata una delle più grandi soddisfazioni della mia vita”.
Il ritorno alla televisione avverrà tra breve con Safe, presentata in anteprima nella giornata di chiusura di Canneséries, otto puntate che Netflix metterà online in tutto il mondo. Il suo ruolo è quello di Tom, un chirurgo pediatrico, che deve crescere da solo due figlie adolescenti dopo la morte di sua moglie. La storia prende toni diversi quando una delle due figlie scappa di casa per andare a una festa, e questa fuga scatena una serie di eventi drammatici. “Mi ha colpito immediatamente la qualità della storia, la complessità del personaggio che dovevo interpretare. E poi avere la possibilità di coprire il ruolo di un uomo che è più o meno normale, anche se attorno a lui accadono cose strane, è stata una piacevole novità”. Inevitabile la domanda conclusiva: ma Dexter tornerà mai in scena? “Forse”, dice Hall, “è una possibilità visto come è finita l’ultima stagione. Ma dovrei avere o sentire un’idea che mi facesse capire che vale la pena. Ma, mai dire mai”.