(di Tiziano Rapanà) Vi segnalo un interessante dato riguardante gli ascolti tv di ieri sera. In seconda serata, su Iris, è andata in onda la commedia di Joe D’Amato Il ginecologo della mutua interpretato da Renzo Montagnani. Il film, tipico esempio della commedia sexy degli anni settanta, ha realizzato l’1,4% di share. Il risultato è interessante, se si tiene conto che il film è stato trasmesso in tarda serata su un canale tematico. Il successo di ieri può essere visto come una sorta di risarcimento tardivo nei confronti di Joe D’Amato, regista bistrattato dalla critica ed omaggiato dalla rivista Nocturno (con un documentario diretto da Roger Fratter), da Marco Giusti e successivamente da Paolo Ruffini, il quale intitolò al regista un festival di cinema horror. Il ginecologo della mutua non è uno dei miei film preferiti di Joe D’Amato. Personalmente preferisco l’horror Buio omega e il postatomico Anno 2020 – i gladiatori del futuro (che pare sia stato quasi interamente diretto da George Eastman). A Joe D’Amato dedicai anni addietro uno speciale per il blog, A ciascuno il suo. Raccolsi varie testimonianze, ricordo di aver intervistato il regista Davide Ferrario e l’amico compositore Fabrizio Fornaci, che tracciarono la silhouette umana di una persona umile e di gran talento, naturalmente buona. Spero che il successo del film di ieri, che rappresenta il canto del cigno cinematografico di Aldo Fabrizi (in un ruolo, a dire il vero, imbarazzante), spinga Iris a riproporre in prima serata i film più noti di D’Amato.