Larry Flynt, editore della rivista pornografica Hustler Magazine, è morto a Los Angeles all’età di 78anni per un arresto cardiaco . La notizia è stata data dal fratello al Washington Post. Viveva su una sedia a rotelle in seguito alle ferite riportate in un attentato che lo ha reso paraplegico nel 1978. Il serial killer neonazista Joseph Paul Franklin confessò anni dopo di essere l’autore dell’attacco. La vita di Larry Flynt è stata raccontata nel film «Larry Flynt oltre lo scandalo», diretto da Miloš Forman e co-prodotto da Oliver Stone.
Nato da una famiglia indigente in Kentucky il primo novembre del 1942, ebbe un’infanzia e un’adolescenza complicata, anche a causa della separazione dei genitori. A 15 anni si arruolò come volontario nell’esercito utilizzando documenti contraffatti e dopo il congedo si arrangiò con vari lavoretti e per un periodo si guadagnò da vivere come contrabbandiere. Nel 1965 rilevò il bar della madre a Dayton, in Ohio, poi ne acquistò altri due e aprì poco dopo il primo “Hustler club”, bar che offriva spettacoli di ballerine nude, a cui ne seguirono altri, sempre con la stessa formula, in altre città americane. Era il preludio alla carriera di editore . Nel 1972 infatti fondò la Hustler Newsletter, una rivista di quattro pagine in bianco e nero col programma e i servizi dei suoi club, presto ampliata prima a 16 e poi a 32 pagine e pubblicata a colori. Il giornale aveva infatti un grande successo. Quando i locali entrarono in difficoltà economica per la crisi del 1973, Larry Flynt decise di trasformare l’Hustler in una rivista per adulti, con foto esplicite di donne nude. Il grande successo arrivò nel 1975, quando pubblicò le foto acquistate da un paparazzo (per meno di 20 mila dollari) di Jaqueline Kennedy Onassis che prendeva il sole nuda in una vacanza del 1971.
Osteggiato da una parte dell’opinione pubblica, Larry Flynt fu citato varie volte in tribunale. Il 6 marzo del 1978 subì l’attentato che gli cambiò la vita. Si trovava nei pressi dell’aula giudiziaria di Lanceville, Georgia, dove era sotto processo per oscinità, quando fu colpito da alcuni colpi di arma da fuoco calibro 44 riportando gravi ferite all’addome e alla spina dorsale, che gli causarono una paralisi parziale negli anni complicata dagli effetti di un ictus. Il serial killer neonazista e suprematista bianco Joseph Paul Franklin, ex membro del Ku Klux Klan, anni dopo si attribuì la paternità del tentato omicidio, sostenendo di essersi sentito oltraggiato da alcune foto “interrazziali” pubblicate su Hustler. Franklin fu giustiziato il 20 novembre 2013 per alcuni omicidi a sfondo razziale ma non fu mai processato per l’attentato a Flynt.
Sposato 5 volte, Flynt aveva cinque figli. Nella vita imprenditoriale, che lo aveva portato ad accumulare un patrimonio personale di oltre 400 milioni di dollari, ha diviso le avventure insieme al fratello e socio Jimmy, con attività che hanno spazio dall’editoria al gioco d’azzardo (con gli Hustler Casino), dall’intrattenimento ad alcuni investimenti immobiliari. Elettore democratico, si candidò alle primarie per le presidenziali senza successo nel 1984. Ha partecipato spesso al dibattito politico minacciando di svelare scandali sessuali di esponenti della scena pubblica. E’ stato varie volte citato in tribunale per il contenuto delle pubblicazioni e spesso criticato dai movimenti femministi e di difesa dei minori. Strenuo oppositore di Donald Trump, aveva offerto 10 milioni di chi avesse prodotto le prove per l’impeachment dell’ormai ex presidente americano.
Paolo Foschi, Corriere.it