Biagio Antonacci torna dopo cinque anni con “L’inizio“. Il nuovo album del cantautore milanese che attraverso 15 canzoni scritte nell’arco degli ultimi quattro anni riflette su temi importanti quali la complessità del mondo che ci circonda, le contraddizioni insite nel cambiamento, sulle relazioni che ogni giorno costruiamo e curiamo, sull’egoismo e sull’amore, sulle dipendenze emotive, sulle società sempre più connesse ma al contempo sempre più sole e sul tempo passato, presente e futuro.
Biagio Antonacci considera “L’inizio” un punto di svolta. Ultimo album di un contratto con l’etichetta Sony, apre un futuro in cui il cantautore milanese si vede sempre più indipendente e libero nelle scelte. “Oggi fare musica per me è veramente un dono, un regalo, è tornato a essere un hobby – dice in un incontro dai toni rilassati proprio negli uffici della Sony -. In futuro ci saranno delle pubblicazioni da indipendente, penso a singoli un po’ come negli anni 60. E i concerti saranno degli incontri con i miei fan. Ci saranno anche nuovi spettatori ma lo zoccolo duro sarà grande, composto da quelli che verranno a vedermi perché cantavano queste canzoni e vorrebbero cantarle sempre”.
Biagio ha parlato dell’incontro con Giorgio Poi, autore del brano che dà il titolo all’album. Una collaborazione che è nata durante conversazioni informali sulla vita e il cambiamento. “E in quel periodo avevo scoperto che aspettavo un figlio, da pochi mesi, e ne parlai con lui che vedeva questa cosa come una cosa enorme, da cui era un po’ spaventato. E io gli dissi che secondo me dovremmo vivere ogni giorno di un inizio nuovo, l’inizio dovrebbe essere il nostro cavallo di battaglia, è la sopravvivenza per un uomo intelligente, un uomo che ha coraggio di cambiare, di non stare in uno schema”. Giorgio Poi ha poi contribuito alla canzone con versi che raccontano l’attesa di un figlio come un inizio nuovo, dando così vita a “L’inizio“.
Biagio riflette anche su alcuni rimpianti del passato, in particolare sul tempo sprecato. “Uno dei miei rimpianti maggiori nella mia vita è quello che ho sempre vissuto pensando che domani si potessero fare le cose – confessa -. Alla fine guardi dietro il tempo e lo guardi con malinconia perché dici ‘che scemo sono stato’. Ma questa cosa qui non da adesso in poi non la accadrà più”.
Guardando al futuro, Biagio immagina un percorso artistico più aperto, con eventi organizzati anche all’ultimo minuto. Desidera anche supportare le nuove generazioni senza invidia, ricordando il clima di difesa che avevano incontrato lui e i suoi colleghi quando iniziarono la loro carriera.