Paola Perego e la sfida a “The Good Doctor” con “Superbrain”: «In Rai manca sinergia tra le reti»

Paola Perego e la sfida a “The Good Doctor” con “Superbrain”: «In Rai manca sinergia tra le reti»

L’anno scorso aveva gli incubi per il ritorno in tv dopo la chiusura, tra le polemiche, del suo Parliamone… sabato. Ma anche quest’anno non è che vada meglio: venerdì parte su Rai1, sempre tra le polemiche, il suo Superbrain che troverà su Rai2 la concorrenza (in replica) della serie The Good Doctor, fortemente voluta dal direttore di rete Freccero e fortemente osteggiata da Lucio Presta, manager (e marito) della conduttrice, con tanto di annullamento della presentazione del programma in segno di protesta.

Freccero dice che chi sostiene che lui faccia controprogrammazione è un imbecille. Paola Perego, è stupida anche lei?
«Sì, mi dichiaro ufficialmente imbecille. In realtà mi dispiace che in Rai non ci sia sinergia tra reti e programmi: l’importante è la somma degli ascolti, invece qui ogni rete sembra una società a parte. Credo che non abbia senso e non si faccia il bene dell’azienda a mettere uno contro l’altro programmi che si rubano share. Ho lavorato tanto anche a Mediaset e lì non funziona così».

Suo marito non è il tipo da tenersi in disparte. Teme che le sue reazioni la danneggino?
«No, però appena si accende qualche polemica non gli chiedo nemmeno come reagirà, vado a leggere direttamente il suo profilo Twitter. Un tempo Lucio si incendiava di più, oggi è più ironico, ma in compenso non si tiene dentro niente».

«Superbrain» è una gara tra supermenti, c’è una giuria diversa ogni settimana, al suo fianco il comico Francesco Paolantoni. Lei si è già dichiarata imbecille, quindi parte svantaggiata…
Ride. «Quando vedo questi concorrenti mi rendo conto di quanto poco usiamo il nostro cervello, abbiamo capacità straordinarie che non sappiamo sfruttare».

Quattro nuove puntate a un anno di distanza dalla precedente stagione. La Rai le aveva promesso anche altri programmi che non sono arrivati: è delusa?
«No, però ero scettica e comunque accetto il gioco. In Rai cambiano spesso i referenti e capisco che chi viene dopo non voglia sentirsi obbligato a condividere le idee di altri».

In tv conta di più la tenacia, il talento o la raccomandazione?
«La raccomandazione senza talento ha vita breve: sei una meteora, passi e sparisci. Penso che conti anche la fortuna, chissà quante Paole Perego ci sono che non ce l’hanno fatta».

La sua fortuna?
«Vengo da Brugherio, da una famiglia semplice, non conoscevo nessuno. Ho avuto la fortuna di incontrare le persone giuste al momento giusto».

Cosa le piace e cosa no del fare televisione?
«Mi piace il contatto con il pubblico, la gente che mi ferma per strada, le persone che ti considerano una di casa. Mi piace meno il contorno: non sono tipo da pubbliche relazioni».

A soli 52 anni è già diventata nonna. Le fa «impressione» invecchiare?
«Mia figlia è sangue del mio sangue e mio nipote in un certo senso è un proseguimento di me: questo mi rende felice. Sono serena anche quando vedo arrivare una ruga in più: perdi qualcosa a livello fisico, ma acquisisci consapevolezza e serenità».

Un suo pregio e un suo difetto?
«Penso di essere una persona buona e generosa, la cattiveria non fa parte del mio carattere. Il difetto è la testardaggine: non mollo mai».

Anche suo marito pare uno così…
«Infatti non ci annoiamo mai».

Renato Franco, Corriere della Sera

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