Me Contro Te, il dissing contro i DinsiemE: “Il resto solo copie”

Me Contro Te, il dissing contro i DinsiemE: “Il resto solo copie”

Negli ultimi giorni si sta consumando sui social network un accesso botta e risposta tra i Me Contro Te e i DinsiemE. “Noi siamo noi, il resto sono copie”, così Luì e Sofì, al secolo Luigi Calagna e Sofia Scalia dei Me Contro Te, commentano il dissing contro l’altra coppia famosa del web, formata da Erik Parisi e Dominick Alaimo, in occasione di un incontro stampa a Roma per l’uscita del loro settimo film ‘Cattivissimi a Natale’, nelle sale dal 12 dicembre con Warner Bros Pictures.

Scontro tra youtuberUno scontro ‘protagonista’ della prima puntata della nuova avventura social di Luigi e Sofia, ‘Me con Te Podcast’. La coppia per la prima volta racconta come negli anni i DinsiemE li abbiano copiati: “Non ne abbiamo mai parlato, lo facciamo perché abbiamo pensato che il nostro punto di vista sulla questione potesse interessare a tutti coloro che ci seguono da sempre. Non ci aspettavamo che fosse un argomento così caldo. Di colpo tutto internet si è schierato con noi e contro di noi”, spiegano. Secondo i Me Contro Te, come raccontano nel podcast, “I DinsiemE ci hanno copiato, non c’è niente di male a prendere spunto, ma almeno lo dicessero”. Nel 2017 “eravamo solo noi a fare vlog, scherzi e challenge. Abbiamo inventato la storia del Signor S (il ‘cattivo’ delle storie dei Me Contro Te) ed è stato un successo. Proprio in quel periodo i DinsiemE aprirono infatti un canale YouTube chiamato Signor S. Inizialmente abbiamo lasciato correre, ma poi abbiamo messo di mezzo l’avvocato perché avevano rubato una nostra creazione. Li abbiamo costretti a cambiare nome, ma continuavano a copiare tutto quello che facevamo noi”. Inoltre, a Luì e Sofì non piace il fatto che i competitor abbiano “più volte dichiarato di non conoscerci, ma sono venuti a casa nostra a cercarci”. La replica social dei DinsiemE non è tardata ad arrivare: “Ci stanno utilizzando per fare visualizzazioni e promuovere il film”. E aggiungono: “Non riescono ad accettare il fatto che possono esserci altre persone nel loro campo che possono fare video su YouTube per lo stesso pubblico”.

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