Tiziano Ferro sobrio da 7 anni festeggia sui social.
Il cantante ha pubblicato su Instagram l’immagine di un medaglione celebrativo per ricordare quanto tempo passato dall’ultimo bicchiere: “Accetto le cose che non posso cambiare“. L’artista aveva racconta per la prima volta della sua dipendenza dall’alcol nel 2020 nel documentario “Ferro”.
“7 anni dall’ultimo bicchiere e dal primo giorno con la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. Semplicemente e onestamente, solo grato“, con questo post su Instagram Tiziano Ferro festeggia il traguardo raggiunto lontano dalla dipendenza dall’alcol. Poche parole che hanno fatto in poche ore il pieno di commenti positivi da parte dei fan: “Spero che il traguardo raggiunto oggi sia un ulteriore motivo per essere fiero di te sempre“, scrive un follower; “La tua forza è sempre stata d’esempio, oggi più che mai. So bene cosa voglia dire lottare contro questo mostro e sono veramente fiera e commossa nel vederti vincere“, gli fa eco un altro; “Il mio modello di riferimento, sono sempre più fiera di te“, si legge tra i commenti sul profilo dell’artista.
Tiziano Ferro nel documentario “Ferro” aveva raccontato della sua dipendenza e di quando ha avuto il coraggio di entrare a Londra in un centro di Alcolisti Anonimi. Nel 2020 Ferro aveva infatti svelato un aspetto estremamente delicato del suo passato: “Una sera la band mi convinse a bere. E da lì non mi sono fermato più. Bevevo quasi sempre da solo, l’alcol mi dava la forza di non pensare al dolore e alla tristezza, ma mi portava a voler morire sempre più spesso. Ho perso occasioni e amici. Io ero un alcolista! l’alcolismo ti guarda appassire in solitudine, mentre sorridi di fronte a tutti“, Il suo racconto si fa a tratti duro accennando anche ad altri problemi: “Alcolista, bulimico, gay, depresso, famoso. Pure questo, famoso, mi sembrava un difetto, forse il peggiore”.
Tiziano Ferro ha sempre avuto un legame diretto con i fan per questo ha deciso di aprirsi e di mettersi a nudo: “Ho sempre pensato che dietro ogni storia di dolore si nascondessero il privilegio e il dovere morale di poter aiutare qualcun altro. La mia storia me lo insegna e ogni volta che ho consegnato alla gente le mie cicatrici, si sono sempre trasformate in soluzioni“.