William e il prezioso «pisolino» (da quando è diventato papà)

William e il prezioso «pisolino» (da quando è diventato papà)

Durante la cena di gala della London’s Air Ambulance Charity, il principe si è soffermato a parlare con il musicista Eric Clapton, che gli ha chiesto se da erede al trono avesse ancora spazio per i suoi hobby: «Con i figli è cambiato tutto, quando ho del tempo libero dormo»

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Da un parte la fisiologica pressione legata al suo ruolo istituzionale, dall’altra le naturali responsabilità di genitore. 
William d’Inghilterra non fa un plissé, va avanti sulla sua strada, sorridente, nonostante il tempo da dedicare a se stesso sia ormai ridotto all’osso.
«Se, da erede al trono, ho ancora spazio per i miei hobby? In realtà è cambiato tutto da quando sono diventato padre», rivela il principe chiacchierando con Eric Clapton.

L’occasione è la cena di gala per il trentesimo anniversario della London’s Air Ambulance Charity, è un’associazione benefica legata al servizio medico di emergenza in elicottero nella capitale inglese e dintorni.
Tra le celebrità presenti, l’ex boss della Formula 1 Bernie Ecclestone, la stilista Daniella Helayel e, appunto, il leggendario chitarrista britannico, al quale William ha rivelato che star dietro a tre figli è abbastanza stancante.
«Va a finire spesso che nel tempo libero dormo», se la ride il duca di Cambridge, papà di George (6), Charlotte (4) e Louis (18 mesi). Prima dell’arrivo del terzogenito, William era proprio un pilota di eliambulanza, per questo lo scorso gennaio ha accettato di buon grado di fare da testimonial a «30 Years Saving Lives», una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi da investire nella costruzione di nuove strutture legate all’elisoccorso.

«Quando sono diventato patron dell’evento, lo scorso gennaio, uno degli obiettivi era arrivare a un milione di sterline per riqualificare la base per l’equipaggio. Sono orgoglioso di annunciare che dopo nove mesi l’obiettivo è stato raggiunto», afferma dal palco William, che si è soffermato a parlare anche con Yair Shahar, un uomo rimasto gravemente ferito in un incidente nel 2016 e salvato dall’intervento del capitato Thomson in elicottero.
Una squadra in prima linea per salvare vite umane, appunto. Altro che «pisolini».

Vanityfair.it

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