Rovazzi, un futuro da produttore

Rovazzi, un futuro da produttore

Fabio Piccolrovazzi, che tutti conosciamo come Fabio Rovazzi, a gennaio compirà 26 anni, vive a Milano in zona Città Studi, e, teoricamente, farebbe il cantante, con un contratto che lo lega a Virgin dal 2018, dopo che ha lasciato la Newtopia per contrasti con Fedez.

In realtà è sufficiente vedere la qualità dei video dei suoi singoli, da Andare a comandare del 2016 fino all’ultima Senza pensieri, per capire che il reale obiettivo di Rovazzi sia quello di diventare produttore audiovisivo e film maker. Nell’aprile del 2017 ha creato la sua Raw srl, una società, come la definisce lui, «di videoproduzione» che sta crescendo nel mondo della pubblicità, e che lo affianca nei suoi progetti di comunicazione. Rovazzi, infatti, oltre ad aver sbancato con le sue hit musicali nelle ultime quattro stagioni, è ormai una star degli spot, dove ha già lavorato per Netflix, Tre, Big Babol, Samsung, e in cui, da un paio di anni, è protagonista delle campagne Fca (appena uscito l’ultimo lavoro per Lancia Ypsilon) e Wind (insieme con Fiorello). Come detto, Rovazzi non è solo testimonial, ma partecipa al percorso creativo e produttivo della comunicazione dei brand per i quali lavora. E i ricavi di Raw, che controlla al 100%, ne traggono beneficio: dai 303 mila euro del 2017, che riguardavano solo pochi mesi dell’esercizio, si è infatti passati a quasi 900 mila del 2018. Nel 2019 si cresce ancora. Tanto che lo stesso Rovazzi ha ammesso in una recente intervista al Corriere della sera di volersi dedicare a questa attività, potenziando «una struttura imprenditoriale per lavorare creativamente a fianco di altri brand, senza necessariamente metterci la mia immagine».

Se dalla sua prima esperienza al cinema, come attore, forse si attendeva un po’ di più (Il Vegetale, nel 2018, ha chiuso con un box office discreto, di 3,4 milioni di euro, ma non è certo stato un boom), i video delle sue canzoni hanno invece toccato vette di visualizzazioni pazzesche per artisti italiani: Andiamo a comandare (2016) ha raggiunto 175,4 milioni di visualizzazioni su YouTube, e Tutto molto interessante (2016) quasi 144 milioni. Poi c’è Volare (con Gianni Morandi, nel 2017) a quota 127 milioni. Faccio quello che voglio del 2018 è in fase calante, a 52,6 milioni, e Senza Pensieri, uscita nell’agosto 2019, per ora è ferma a 18 milioni di visualizzazioni. Poiché, quindi, il mestiere di cantante è legato spesso a pochi anni sul mercato (va sempre ricordato che i Beatles iniziarono e finirono tutto nel giro di otto anni), Rovazzi si tutela, esercitandosi nel talento che probabilmente sente più suo: la produzione audiovisiva. Tipo il video Una notte con Will Smith, sfornato a inizio ottobre per il lancio del film di Will Smith Gemini man, e che ha ottenuto oltre tre milioni di visualizzazioni su YouTube.

Nell’idea di Rovazzi, quindi, Raw non è un service, perché «mi avvalgo di professionisti che coinvolgo a seconda del progetto. La struttura», ha spiegato Rovazzi qualche mese fa in occasione del lancio di una campagna Fiat, «si occupa di tutto il versante burocratico e organizzativo. È una cosa che mi permette di essere più libero di comunicare come voglio io. Non sono solo un volto. Posso vendere anche la creatività, scrivere e autoprodurmi gli spot, evitando di finire in creatività sbagliate di altre agenzie, come a volte può capitare. Quando si parla di comunicazione sul web ci si riferisce di solito alla parte quantitativa, alla costanza dell’uscita di contenuti, e si parla poco della qualità. Io invece faccio parte di una scuola che ama pubblicare poco e punta quasi tutto sulla qualità. Non sono uno youtuber, non lo sono mai stato nonostante le mie cose sul web siano diventate virali, e non sono un influencer. Penso di essere una cosa a sé, un personaggio poliedrico che non ha ancora una forma e utilizza il web come veicolo, ma che vorrebbe anche utilizzare altri mezzi, come la tv o il cinema».

Claudio Plazzotta, ItaliaOggi

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