Le ballerine, permetteteci di dirlo, fatele comparire alle spalle di chi la musica non la sa fare, come riempitivo
#NoiStiamoConGianlucaGrignani. Si scrive così, ormai, quando si vuole esprimere solidarietà a qualcuno. E si scrive così perché, ormai, succede quasi sempre tutto in rete, sui social, e quindi è sui social che si deve far sapere anche da che parte si decide di stare. Nello specifico, senza se e senza ma, dalla parte di Gianluca Grignani. Uno che, va detto, nel corso di una ventina d’anni di carriera ha davvero fatto di tutto per spingere anche il più volenteroso dei suoi sostenitori a mollare il colpo e ammettere che va bene essere rock’n’roll, ma a un certo punto tocca prendere atto che si è adulti, che si è anche più pop che rock, almeno musicalmente, e certi atteggiamenti è forse il caso di archiviarli definitivamente. Inutile star qui a stilare un veloce elenco dei suoi comportamenti eccessivi, delle sue sfuriate, anche dei suoi atteggiamenti non esattamente leciti. Ma a tutto c’è un limite, e in certi momenti essere rock’n’roll appare l’unica cosa sensata da fare. L’unico atteggiamento corretto da tenere.
No, non è un amarcord di quando, all’ultimo dell’anno, si è presentato sul palco del concerto di Gigi D’Alessio & Friends a Bari, palesemente ubriaco. Anche in quel caso, ovviamente, eravamo tutti dalla sua parte, perché sapersi su quel palco da sobri, ammettiamolo, appariva davvero come una tortura troppo eccessiva per chiunque. Ma stavolta stiamo con Gianlunca Grignani, con e senza hashtag, perché la misura è colma e perché anche se lui non è il nostro Noel Gallagher, è pur sempre uno che se l’è sudata, uno che ha anche scritto canzoni importanti, con una propria poetica precisa, andando controcorrente con gesti plateali come ai tempi di La fabbrica di plastica, quando prese tutto il successo arrivato fulmineo con La mia storia tra le dita e Destinazione paradiso e lo buttò dalla finestra per sfornare un album a suo modo davvero rock, arrivando addirittura a rendersi brutto pur di far capire che era la musica quello che davvero gli stava a cuore.
Stavolta succede che, dopo aver dato alle stampe un bel greatest hits infarcito di duetti e dopo aver mollato la promozione e i live per attacchi di panico difficili da gestire, Grignani si sta preparando a una doppietta di concerti importanti, a Roma e Milano e per farlo è andato a suonare a Palermo, a una sagra. Voce e chitarra acustica, perché, appunto, lui è un musicista, uno che se la suda, se serve, che tiene il palco da solo, se vuole e può. Il concerto si tiene a Borgetto, un centro commerciale. Gianluca arriva, sale sul palco e inizia a suonare. Ci sono circa quattrocento spettatori, certo non il Maracanà, ma per un set acustico voce e chitarra può andare. Grignani fa il suo. A un certo punto, mentre sta cantando, sul palco sale una ballerina con tanto di veli sulle mani, tipo odalisca. Lui canta e suona, perplesso, e lei balla voluttuosa. La cosa, il video ce lo mostra, sembra piuttosto buffa, come una specie di scherzo. Ma non è uno scherzo. Perché non compare Marco Balestri a dire che è su Scherzi a parte. Perché la ballerina continua a muoversi, in modo non esattamente indimenticabile. Allora Grignani sbotta. Si ferma dal cantare e suonare, sferra un calcio allo sgabello, borbotta che quella è una pagliacciata, che non vuole essere preso per il culo e lascia il palco. Ce l’ha, è ovvio, non con la ballerina, incolpevole, ma con l’organizzazione. Nessuno l’ha avvisato di questo intermezzo, è chiaro e onestamente cantare in acustico con una ballerina alle spalle è roba che non augureresti neanche al vincitore di Amici.
Evidentemente qualcuno, dietro le quinte, cerca di aggiustare la faccenda, magari impugnando contratti o semplicemente facendo presente che anche il pubblico presente è innocente. Infatti Grignani torna sul palco, visibilmente teso e porta a casa, come può, il concerto unplugged. Il video di lui che si incazza, sferra il calcio allo sgabello e se ne va, ovviamente, diventa virale. Ovviamente. Perché è Grignani, quello umorale, quello pazzo, quello che si presenta sul palco di Omar Pedrini o di Gigi D’Alessio ubriaco, senza fare distinzioni. Quello rock’n’roll, appunto. Ma anche stavolta, come nel caso del concerto di Bari, ha ragione lui. A tutto c’è un limite. Le ballerine, permetteteci di dirlo, fatele comparire alle spalle di chi la musica non la sa fare, come riempitivo. O quantomeno fatelo sapere prima. Cioè, vediamo chi ha il coraggio di proporre una roba del genere a un artista, invece che a una comparsa. Quindi, stavolta più che mai, #NoiStiamoConGianlucaGrignani. La prossima volta, se serve, chiamaci, che sul palco veniamo a ballarci noi. Forse, e dico forse, saremo meno sensuali e senza veli attaccati alle mani, ma in quanto a coerenza rock non ci sta dietro nessuno. Avanti tutta.
Michele Monina, FQ Magazine