L’account del rapper e produttore discografico è stato bloccato dopo la pubblicazione di un pesante messaggio dai contenuti violenti
Twitter torna a punire Kanye West. Il rapper e produttore discografico era tornato sul social da meno di 24 ore ma il suo account è stato nuovamente bloccato. L’ex marito di Kim Kardashian, che ha cambiato nome in Ye, è stato sanzionato per violazione delle linee politiche. West ha infatti postato contenuti ritenuti antisemiti costringendo il social network a intervenire: aveva annunciato che appena si fosse svegliato avrebbe “alzato a livello 3 l’attacco agli ebrei”, usando un gergo militare, ma scrivendo la parola “death” al posto di “def”.
Kanye West ha scritto “Ho un po’ di sonno stanotte, ma quando mi sveglio alzerò a livello 3 l’attacco agli ebrei. La cosa divertente è che in realtà non posso essere antisemita perché i neri sono in realtà ebrei. Anche voi ragazzi avete giocato con me e avete cercato di prendere in giro chiunque si opponga alla vostra agenda”. Il social ha rimosso il tweet subito dopo la sua pubblicazione, mettendo l’avvertenza “Questo tweet ha violato le regole di Twitter”.
Un portavoce della piattaforma ha spiegato a BuzzFeed News: “L’account in questione è stato bloccato, a causa di una violazione dei regolamenti di Twitter”. La decisione è arrivata dopo che anche Meta aveva posto delle limitazioni all’account Instagram di West, che due giorni fa aveva postato un altro messaggio antisemita, in cui sosteneva che il rapper Diddy fosse controllato dagli ebrei.
Il controverso produttore musicale, che ha cambiato ufficialmente nome in Ye, aveva ultimamente attirato velenose critiche per aver indossato durante alla settimana della moda a Parigi una maglietta con scritto “White Lives Matter”, sfoggiata in occasione della sfilata del suo marchio. La frase riprende, capovolgendolo, lo slogan “Black Lives Matter” (le vite dei neri contano), che si oppone a razzismo e brutalità della polizia. Lo slogan è nato in seno alle proteste a seguito dell’uccisione di George Floyd nell’estate 2020. Dopo che si sono sollevate innumerevoli proteste, West ha rimarcato il suo pensiero, scrivendo in una storia di Instagram: “Lo sanno tutti che il Black lives matter era una truffa. Ora è finita”.
Queste esternazioni, per molti, sarebbero mosse create appositamente per attirare attenzione, visto che il rapper è intenzionato a candidarsi alle presidenziali del 2024, dopo aver fallito nel 2020. In un post pubblicato nei giorni scorsi per i suoi 31 milioni di follower su Twitter, West aveva messo una foto di un cappellino nero con scritto 2024.
Sempre sul social, poi in un altro messaggio, rivolto probabilmente agli ebrei, aveva scritto: “Chi pensate che abbia creato la cancel culture?”, a proposito della forma moderna di ostracismo nella quale qualcuno diviene il bersaglio dell’indignazione generale e poi estromesso da cerchie culturali o professionali. Dopo aver pubblicato, con sarcasmo, una foto che lo riprendeva con il fondatore di Meta, Mark Zuckenberg, a cui contestava il fatto che la piattaforma avesse limitato il suo account su Instagram, Kanye West aveva ricevuto su Twitter il sostegno di Elon Musk (futuro proprietario del social): “Bentornato su Twitter, amico mio”. Ma il ritorno è durato lo spazio di poche ore.
Kanye West non è nuovo a uscite infelici di questo genere. A marzo 2022 è stato bannato da Instagram a causa di insulti razzisti contro l’attore Trevor Noah, che nel suo show “Comedy Central” aveva discusso la controversa separazione tra Kanye e Kim. In quel caso sui social si era levato un coro di critica praticamente all’unanimità contro il gesto di West.