Intervista| Vivo, Stash: “La musica può scatenare l’impossibile”

Intervista| Vivo, Stash: “La musica può scatenare l’impossibile”

Il frontman dei The Kolors interpreta le canzoni di Vivo nella versione italiana

Quanti chilometri ho fatto soltanto per il panorama“, canta e suona Stash con i The Kolors in Cabriolet Panorama. Tanti chilometri che lo hanno portato in casa Netflix. Il cantautore e produttore dà voce alle canzoni di Vivo nell’omonimo film d’animazione Sony Pictures Animation e Netflix, disponibile sulla piattaforma. La pellicola animata è una straordinaria avventura musicale, ambientata a Cuba, che mostra lo straordinario potere della musica e come due estranei possano diventare una famiglia. Non è la prima volta che Stash viene scelto per animare un personaggio. La prima volta è risale al 2020 quando il cantautore ha prestato la sua voce, nel parlato e nel cantato, di Branch in Trolls World Tour.
Tra le voci della versione italiana di Vivo anche Massimo Lopez – attore, doppiatore, showman, conduttore televisivo e componente del noto trio ‘Lopez, Marchesini, Solenghi’- che doppia il personaggio di Andrés nelle canzoni e nei dialoghi, mentre Simona Bencini, cantante e storica front woman dei Dirotta su Cuba, è l’interprete delle canzoni di Marta Sandoval, alla quale è dedicata la canzone di Andrés ‘Per Marta’.

Vivo l’intervista a Stash

In occasione del debutto di Vivo su Netflix abbiamo intervistato Stash, frontman della multiplatino The Kolors. Ecco cosa ci ha raccontato: Vivo in una scena si chiede: “Che differenza può fare una canzone?”. Tu hai una risposta per Vivo?
Stash: “Penso che la mia risposta durerebbe almeno quattro ore perché una canzone può scatenare qualcosa dentro di noi che ci porta a vivere una vita diversa da quella che abbiamo vissuto prima di ascoltarla. La potenza della musica – in generale non solo di una canzone – è davvero forte. Io penso di essere un esempio lampante di questa cosa qui, la musica può scatenare l’impossibile“. 

Non è la prima volta nel mondo dell’animazione. Dopo ‘Trolls World Tour’ torni in sala doppiaggio per interpretare le canzoni del personaggio Vivo. Se nella precedente occasione hai avuto Justin Timberlake nella versione originale qui, invece, hai Lin-Manuel Miranda (HamiltonSognando a New York – In the Heights).

Stash: “Per me il doppiaggio in generale ma soprattutto le parti cantate – e io in ‘Vivo’ ho interpretato solo le canzoni- per me è veramente una full immersion di meditazione perché quando devi pensare solo a comunicare attraverso la tua voce e al modo di esternare le emozioni per farle avvertire al pubblico attraverso la voce non devi pensare a tutto quello che è estetica. E non mi riferisco solo al modo di vestire ma anche all’espressione facciale. Sai, spesso fa la differenza. Per esempio, se tu senti ‘A’ livella’ di Totò recitata da una persona poco espressiva dal punto di vista facciale non avverti le stesse emozioni. Ecco, per me il doppiaggio – e Vivo ne è stata la conferma- è veramente un ramo della mia arte che mi appassiona tantissimo. Io spero di fare tantissimi doppiaggi nella mia vita perché io ne beneficio dal punto di vista emotivo.

C’è tutto un team di persone che traduce e che lavora sul tuo modo di cantare, nel caso di Vivo. Sono persone che ti mettono in discesa con il vento a favore dal punto di vista artistico. Se vieni dal mondo musicale in cui spesso tendo a fare tante cose da solo, come la produzione, sapere che ci sono persone delle quali ti puoi fidare ciecamente perché lavorano affinché la tua voce venga fuori al meglio è una fortuna. 

Io ho visto il film in lingua originale, e quindi doppiato da Lin-Manuel Miranda, mi sono reso conto dell’estrema potenza di questa persona che riesce a cambiare ‘formante’ in base a quello che vuole comunicare (in termini tecnici è una sorta di sfumatura del timbro). Questo è uno degli elementi che ho imparato da questa esperienza!

Dal pop e rock alle musiche della tradizione cubana. Al centro del film c’è la musica come mezzo per aprire la mente a nuovi mondi. Anche tu hai percepito così ‘Vivo’?

Stash: “Per me è un racconto a 360 gradi di quello che è il mondo di Cuba, il mondo del sogno cubano e della distanza emotiva. Geograficamente Miami non è troppo distante da Cuba però è vista come un sogno. Io non sono mai stato a Cuba però l’ho sentita raccontare da tanti amici che ci sono stati. ‘Vivo’ è la fotografia di quello che viviamo dal punto di vista musicale, soprattutto se si pensa al mondo del latin. Per esempio, cerco sempre di mettere un po’ di latin nella mia musica. Nelle percussioni io ho proprio un kit nel mio tool di produzione che si chiama ‘cuban latin shaker’ e che ho usato anche in ‘Cabriolet Panorama’. Ho amato ‘Vivo’ dal primo momento che ho visto il modo di raccontare questa capitale soprattutto dal punto di vista musicale“. 

C’è un rapporto davvero profondo tra Vivo e Andres, come fossero padre e figlio. Tu credi che il concetto di famiglia vada oltre il legame di sangue?

Stash: “Assolutamente sì. Io ho vissuto una vita intera sentendomi fratello e figlio di persone che dal punto di vista sanguigno non sono parenti. Per me non è quello il motivo per cui si è legati con una o più persone. Io ho tanti fratelli e tante sorelle che non sono miei fratelli e sorelle all’anagrafe. Anche dal punto di vista artistico, io sono figlio di mio padre perché anche lui mi ha trasmesso qualcosa attraverso la musica ma io mi sento figlio anche di Tullio De Piscopo (interprete di ‘Andamento lento’, ndr), con il quale faccio tante session e tante esperienze. Anche semplicemente un pranzo con Tullio mi fa sentire un suo familiare perché si crea una sintonia che va al di là del sangue. Quando viaggio sulla stessa frequenza di un’altra persona mi ci sento vicino al punto tale da percepirla come una di famiglia“.

Diregiovani.it

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