“Sono passati già sette anni, abbiamo fatto tante cose per ricordare Giorgio. Sicuramente è stato un periodo proficuo per raccontarlo. È un po’ come se lui fosse stato sempre con noi. È sempre stato presente e il suo pubblico con lui”. A parlare è Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, scrittore, cantautore, ma anche regista, attore, comico e cabarettista. Dagli inizi del luglio 2014, quando Faletti è scomparso dopo una malattia, Roberta non si è mai fermata, anzi, si è impegnata per raggiungere con determinazione due obiettivi: far vivere i lavori rimasti incompiuti del marito e mantenere saldo il rapporto con il pubblico.
“Sono stati sette anni intensi – spiega all’AGI – e pieni di soddisfazione. Una soddisfazione arrivata direttamente dal suo pubblico. C’è sempre stato un grande affetto, reciproco. Giorgio aveva un rapporto speciale con spettatori e lettori, aveva grande rispetto di chi lo seguiva. Portava un lavoro sul palco solo quando era davvero sicuro, perché mai avrebbe voluto deludere il pubblico. Era molto critico e severo con se stesso. La sua paura? Era che qualche suo lavoro non venisse capito“.
Il lavoro incessante è proseguito in tutti questi anni. “Abbiamo continuato a raccontare Giorgio attraverso i progetti che erano sulla sua scrivania – spiega la moglie – perché è giusto narrarlo nei suoi successi e molti festival legali allo spettacolo o festival letterari lo fanno, ma anche, e soprattutto, è giusto raccontarlo con lavori nuovi che Giorgio non era riuscito a portare a compimento”. Così, nel 2015 è arrivato sul palco ‘L’ultimo giorno di sole’, che è anche l’ultimo racconto scritto da Faletti.
“È l’ultimo a cui si è dedicato – racconta Roberta Bellesini – voleva farne la regia. È un progetto bellissimo in cui ci siamo buttati anima e corpo. È stato un bel lavoro di gruppo, c’è stato un ottimo riscontro da parte del pubblico e dalla critica. Lo abbiamo portato anche a New York, è un lavoro che ci ha dato tanta soddisfazione. Abbiamo dovuto bloccarci a causa del Covid, ma speriamo di proseguire”. E poi ‘Appunti di un venditore di donne’, che da romanzo è diventato un film trasmesso in prima TV a fine giugno.
“La trasposizione cinematografica di questo libro – racconta Roberta Bellesini – era il sogno di Giorgio. Essere arrivati a quel traguardo è stato davvero molto bello”. Secondo la moglie, “Giorgio vive perché lavori postumi come ‘La piuma’, ‘L’ultimo giorno di sole’ vivono, piacciono al pubblico e danno grandi soddisfazioni”.
E mentre una targa collocata da pochi giorni sulla casa natale di Faletti, in corso Torino ad Asti, ricorda le radici dello scrittore e lo definisce “artista eclettico”, il futuro di Giorgio continua. “Stiamo lavorando da tempo alla trasposizione cinematografica di ‘Io uccido’ – spiega Bellesini – per le sue caratteristiche è più adatto a una serie Tv. È un lavoro lungo, speriamo di riuscire a realizzarlo presto. Sarà un altro sogno di Giorgio che si realizza”.
agi.it