Dopo essere stata colpita da un ictus nel 2001, Sharon Stone si è gradualmente allontanata da Hollywood, trovando nel mondo dell’arte una nuova via espressiva. Durante un’intervista a Good Morning Britain con Kate Garraway e Ed Balls, l’attrice ha raccontato come quell’emorragia cerebrale, durata nove giorni e che le aveva dato solo l’1% di possibilità di sopravvivenza, abbia segnato un punto di svolta nella sua vita.
Il lungo processo di recupero, che ha richiesto sette anni, ha avuto un impatto profondo sulla sua percezione di sé e sulla sua carriera. Stone ha descritto il senso di smarrimento e il cambiamento di prospettiva che ha sperimentato nel confrontarsi con la perdita di slancio professionale e la sensazione di essere stata lasciata indietro mentre il mondo continuava a girare. Questo cambiamento ha comportato anche la consapevolezza di una disabilità invisibile che continua a influenzare la sua vita quotidiana.
La frustrazione di sentirsi trascurata dal mondo esterno l’ha spinta a cercare nuove forme di espressione. Negli ultimi anni, Stone ha dedicato gran parte del suo tempo alla pittura, trascorrendo fino a 17 ore al giorno dipingendo nella sua villa di Los Angeles. Il suo lavoro artistico ha suscitato grande interesse, con la sua prima opera venduta per 30 mila dollari e diverse mostre alle spalle, tra cui una recente alla Gallery 181 di San Francisco.
Quando le è stato chiesto perché si è avvicinata alla pittura, Stone ha risposto con sincerità, riflettendo sul desiderio di realizzare se stessa come pittrice, un sogno che ha coltivato fin dall’infanzia. Questo nuovo percorso artistico le ha offerto un’opportunità di espressione autentica e di riappropriarsi della propria identità al di là delle aspettative imposte dal mondo esterno.