Michele Bravi, dopo la chiusura delle indagini sull’indicente mortale parla l’avvocato: “Lui sta molto male”

Michele Bravi, dopo la chiusura delle indagini sull’indicente mortale parla l’avvocato: “Lui sta molto male”

“Michele non stava facendo un’inversione a U, né una manovra vietata, ma una svolta a sinistra per entrare in un passo carraio”. A dirlo al Corriere della Sera è l’avvocato penalista Manuel Gabrielli, legale di Michele Bravi, il cantante 24enne accusato di omicidio stradale per l’incidente del 22 novembre nel quale morì una donna di 58 anni che era in sella ad una moto. Pochi giorni fa il giovane ha ricevuto la notifica di chiusura delle indagini preliminari da parte della Procura di Milano e ora il suo legale vuole fare chiarezza su quanto accaduto: “La moto veniva da dietro e ne stiamo analizzando la velocità; Michele nella svolta aveva già impegnato la linea di mezzeria e l’impatto è stato contro lo sportello posteriore dell’auto, lato guidatore”,  ha spiegato Gabrielli al Corriere. “Inoltre – ha aggiunto – vi era spazio tra l’auto e il margine esterno stradale, in cui la moto avrebbe potuto superare“. Tutti elementi che, dice il legale, uniti ai risultati negativi degli esami tossicologici a cui si è sottoposto Bravi lo portano a definire il comportamento alla guida del cantante come “una azione di cui aveva piena legittimità“.

“Ora c’è un termine per depositare la nostra memoria. I media parlano di presunti patteggiamenti, ma è falso. Anche perché sono convinto degli elementi già raccolti finora. Per prima cosa, bisogna ricordarsi che si sta parlando di una tragedia. Inutile girarci attorno – ha tenuto a precisare il legale -. Una tragedia che ha colpito la vittima e la sua famiglia come Michele. Eppure in questi mesi ho letto attacchi immotivati a lui, fatti senza una conoscenza degli atti. È il motivo per cui ritengo ci sia un’esigenza, soprattutto da un punto di vista umano, di fare chiarezza”. Intanto però, Michele Bravi “sta molto male e il suo silenzio è proprio per rispettare le persone coinvolte. Una cosa del genere segna moltissimo. Ma segna anche leggere che molti ti considerano già il responsabile di questo dramma”. 

Ilfattoquotidiano.it

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