II Grande Fratello targato Barbara d’Urso è quanto di più trash la tv abbia mai prodotto da quando è iniziata l’era dei reality. Ecco cosa ne pensa Cesare Lanza, uno dei più famosi autori della televisione italiana
Per IN Famiglia
Lanza, ci da un suo parere?
Barbara d’Urso è un “uomo con le palle” e il merito degli ascolti è tutto suo. Lei ha capito l’importanza della morbosità sugli ascolti è sa perfettamente mettere la mina laddove è in grado di esplodere come ha deciso lei. È una maestra in questo. Tanto di cappello. E Mediaset la asseconda, permettendo una omogeneità dei suoi prodotti.
In che senso?
Il “Grande Fratello” altro non è che la prosecuzione degli altri due programmi che Barbara conduce la domenica e il pomeriggio su Canale 5. Alcuni dei concorrenti di questo “Gf” sono personaggi passati da lì. Credo tuttavia che questa omogeneità alla lunga farà male alla rete. Sul momento da ragione, ma non porterà lontano.
Lei ha sempre detto che i reality non hanno un contatto con la realtà. Ma non sono invece uno spaccato della nostra società?
Ma no, visti i soliti personaggi che ne sono protagonisti. Per essere reality davvero ci vorrebbero personaggi che abbiano qualcosa da dire, da raccontare, che siano di interesse sociale e non solo oggetto della curiosità da sotto le lenzuola. Perché non si prende un omosessuale che ha ottenuto il riconoscimento del figlio insieme al suo compagno, o un esodato, un disoccupato? E invece ci propinano spesso maniche di fancazzisti, o la figlia di Bobby Solo, o l’ex fidanzato di Nina Moric. Ma chissenefrga!
Dopo i fatti di bullismo al “Gf” è intervenuto il Moige, che ne chiede la chiusura.
lo mi proclamo da sempre un liberale assoluto, non proibirei mai nulla, sarà la gente poi a decidere e a mettere i puntini sulle i. Il Moige è giusto che intervenga, visto che si occupa di questi temi, ma non incide nulla. Dovrebbe essere in grado di portare una idea.
L’Italia si merita davvero questo tipo di programma?
Non è giusto chiederci se ce lo meritiamo, è una questione di realtà, è questa la realtà italiana. I programmi culturali fanno ascolti, ma bisogna avere idee, lo ho fatto tv, mi chiamavano il re del trash, forse un po’ me ne pento. Inseguire gli ascolti richiede certi canoni di protagonisti. Un tema più alto, sociale, non interessa quanto il letto, le lenzuola. Il letto moltiplica gli ascolti per tre. Ma questo è umano.