Respinta la proposta di concordato preventivo, passivo da 20 mln. Sul mercato gli asset con la numerazione
Lo scorso 29 gennaio il Tribunale di Napoli ha respinto, dichiarandola inammissibile, la proposta di concordato preventivo presentata da Television broadcasting system (Tbs), società che controlla Retecapri e multiplex del digitale terrestre. Tbs è quindi stata iscritta a procedura di scioglimento e liquidazione. È anche stato nominato il liquidatore, Domenico Di Presa, che dovrà quindi occuparsi della cessione delle varie attività del gruppo, per poter fare fronte al pesante passivo che ha portato a questa drammatica situazione.
In vendita ci sono soprattutto le posizioni lcn del digitale terrestre detenute da Retecapri e dal suo azionista Costantino Federico: una dozzina di numerazioni, tra cui i canali 20, 45, 55, 66, 120, 122, 149 ecc. Dallo scorso novembre il canale 247, dove trasmetteva Capri fashion, è a schermo nero, mentre da poco più di un mese sugli lcn 223 e 224 hanno iniziato le loro trasmissioni Mytvlife e Mytvhome.
Le tensioni sui conti di Retecapri e della sua casa editrice Tbs erano già emerse la scorsa estate, quando al tribunale di Napoli si era chiesta l’ammissione di Tbs al concordato preventivo in continuità aziendale. Tra ottobre e novembre 2015 era poi stato presentato il piano in base al quale Tbs avrebbe potuto risollevarsi dal passivo di oltre 20 milioni di euro (nel solo esercizio 2014 le perdite erano ammontate a oltre 6,4 milioni di euro). Probabilmente l’azionista Federico Costantino confidava un po’ troppo nell’appetibilità dei suoi asset a quei prezzi: 10 mln di euro per l’lcn 20, oltre 20 mln per tutto il resto delle frequenze, circa 10 milioni per il patrimonio immobiliare della società. Gli interessati, tra cui il gruppo statunitense Scripps (che in Italia trasmette Fine living all’lcn 49 del digitale terrestre), hanno evidentemente pensato che fosse meglio attendere la messa in liquidazione della società per spuntare prezzi più abbordabili.
Curioso che si arrivi a una procedura così drastica pure per il gruppo Retecapri, che fino alla scorsa estate affittava il canale 55 proprio al canale Vero del gruppo editoriale di Guido Veneziani, anch’esso messo in liquidazione lo scorso settembre.
Detto questo, comunque, la messa in liquidazione di Retecapri scatenerà la bagarre attorno agli lcn più appetibili: sul 20 aveva già messo gli occhi Mediaset, sui 45, 55 e 66 il gruppo GM Comunicazione di Giovanni e Mario Sciscione (che già controlla l’lcn 60 su cui va in onda Sportitalia), e che potrebbe accordarsi, in alternativa, con De Agostini per il 59 lasciato libero dalla chiusura, in gennaio, di Gazzetta Tv.
Senza dimenticare altri big come Turner, Discovery o Viacom, che comunque stanno sempre alla finestra alla ricerca di buone occasioni: Mtv, per esempio, potrebbe avere presto di nuovo spazio sul digitale terrestre free, dopo la cessione dell’lcn 8 a Sky che ha lanciato Tv8.
Claudio Plazzotta, Italia Oggi