Il dolore di Pierino: “Vivo con mille euro di pensione”

Il dolore di Pierino: “Vivo con mille euro di pensione”

Fama e successo, poi un lungo momento difficile. È la denuncia e il dramma di Alvaro Vitali, il Pierino nazionale: “Il mio telefono smise di squillare nel 1983, esattamente dopo che avevo girato uno dei miei maggiori successi: il film Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento: “Ecco, il mio cono d’ombra mi avvolse il giorno stesso in cui quel film uscì nelle sale …”.

Il racconto dell’attore

Pierino racconta a DiPiù il momento di difficoltà: “Quando il mondo del cinema ha smesso improvvisante di chiamarmi ricordo che andavo spesso ad alzare la cornetta per vedere se il telefono funzionava. Quando entrai nel cono d’ ombra della mia carriera, non mi bastò essere stato l’attore portafortuna di Fellini. Non mi bastò nemmeno avere fatto ridere milioni di italiani nei panni di Pierino.

E ancora: “All’improvviso mi ritrovai fermo, senza nulla da fare. Stare con le mani in mano e senza un copione da leggere, senza una proposta da valutare, mi esasperò… Andai di persona dal mio agente: gli chiesi di spronare i registi, i produttori, gli dissi che mi sarei reso disponibile a fare-anche piccoli ruoli Ma non servì a nulla. Non c’era più nulla per me e io non riuscivo a farmene una ragione. Tornai a casa, chiusi la porta dietro le mie spalle: per due anni non uscii e non volli vedere nessuno …”.

Un matrimonio finito alle spalle ma un nuovo amore: quello per Stefania Corona, sua moglie. “Sono in pensione dal 2012 e prendo poco più di mille euro al mese, due milioni di lire. Dovrei prendere di più perché ho girato oltre centocinquanta film, ma di almeno trenta non mi hanno mai versato i contributi, Non fa niente, va bene così. Mi bastano per sopravvivere. Mio figlio l’anno scorso mi ha reso nonno e cerco di vedere mio nipote appena posso. Nel frattempo, per arrotondare, insieme con mia moglie porto in giro per l’Italia le scenette di cabaret che abbiamo scritto quando ci siamo fidanzanti, prima che io le chiedessi di diventare mia moglie”.

Rachele Nenzi, Ilgiornale.it

 

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