Un aereo per il presidente
Report sulle tracce della tangente descritta come la più grande al mondo. Parliamo del miliardo di dollari che sarebbero stati pagati da Eni per l’acquisto di un blocco petrolifero in Nigeria. Soldi che non sarebbero andati nelle tasche dei cittadini nigeriani, ma nella disponibilità dell’ex ministro del petrolio Dan Etete. Seguendo la pista del denaro ci siamo ritrovati a Londra, Ginevra, Lugano, New York, Washington e a Pointe-Noire in Congo-Brazzaville, dove i nostri inviati sono stati arrestati dai servizi di sicurezza poche ore dopo l’intervista a Fabio Ottonello.
L’imprenditore italiano in Congo è stato indicato dall’ex dirigente Eni Vincenzo Armanna come il proprietario dell’aereo che avrebbe riportato cinquanta milioni di dollari in Svizzera. Secondo Armanna, conoscitore di tutta la trattativa, sarebbe una parte della tangente tornata nella disponibilità dell’allora top manager Paolo Scaroni. Report ha incontrato i protagonisti e interpreti di questa vicenda: un noto avvocato ginevrino, un fiduciario svizzero del vice console italiano in Nigeria Gianfranco Falcioni, il diplomatico che ha tentato di far transitare il miliardo di dollari sui conti della Banca Svizzera Italiana di Lugano. Per conto di chi l’ha fatto?
Report è entrata in possesso di un’intercettazione di Ben Van Beurden, l’amministratore delegato di Shell socia di Eni nell’affare, che al telefono parla del coinvolgimento di ex agenti dei servizi segreti inglesi nella trattativa. Gli ex dell’Mi6, in un rapporto confidenziale di cui Report è entrato in possesso, scrivono che la trattativa in Nigeria di Eni sarebbe frutto di un accordo tra Berlusconi e Putin. Infine negli Stati Uniti abbiamo realizzato un’intervista esclusiva all’investigatrice dell’Fbi che ha tracciato tutti i giri per il mondo dei pagamenti in dollari fatti con i soldi dell’Eni.
L’UNITÀ IMMOBILIARE
Salvare un grande giornale di partito dal crac è qualcosa che serve a garantire il pluralismo o invece piuttosto a gonfiare il portafoglio dei privati accorsi al capezzale? Nel 2014 L’Unità è sull’orlo del fallimento. Le rotative del giornale di riferimento della sinistra italiana di cui è socio il Partito Democratico si fermano e il quotidiano non va in edicola per alcuni mesi. Il salvataggio avviene all’inizio del 2015. Il nuovo socio finanziatore è il costruttore milanese Massimo Pessina insieme al suo braccio destro e amministratore delegato Guido Stefanelli. Come sono cambiate le sorti della Pessina Costruzioni da quando i suoi proprietari sono diventati soci del Partito Democratico?