DA “POMERIGGIO CINQUE” A “MATRIX” L’INFORMAZIONE TV PREMIA MEDIASET

DA “POMERIGGIO CINQUE” A “MATRIX” L’INFORMAZIONE TV PREMIA MEDIASET

Quando le notizie sono serie, è la tv a dominare il campo. E anche sabato, dopo una mattinata a fare i conti con i 59 missili americani sulla Siria e il resto della giornata a seguire con attenzione anche il Tir sanguinario di Stoccolma, l’informazione tv, sia quella diretta o commentata, sia quella declinata in «infotainment», è stata la vera protagonista.
E i dati premiano le proposte Mediaset.
Al di là dei tg e degli ottimi riscontri di Tgcom24, Pomeriggio 5 condotto da Barbara D’Urso è stato leader assoluto della sua fascia oraria con una prima parte che si è attestata al 17,89 di share. E Matrix, condotto da Nicola Porro sempre su Canale 5, ha «vinto» la seconda serata con il 9,81 per cento di share complessivo, che sale al 10,57 sul target più prezioso non solo dal punto di vista commerciale ma anche per «opinion leading», quello riservato ai telespettatori tra i 15 e i 64 anni di età.
Al di là del dato contingente, è un segnale di tendenza che Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset, commenta così: «C’è poco da gioire quando si commentano i dati dopo l’ennesima tragedia. Quando ci sono eventi così, i nostri obiettivi non sono certo questi risultati». L’obiettivo è spiegare, approfondire. «Per quasi tutti la prima notizia arriva dal cellulare o dal web. Ma poi ci si affida alla tv che per l’80 per cento degli italiani rimane la fonte di informazione primaria». Il compito dei programmi tv, in sostanza, è di dare un senso a storie insensate come, ad esempio, gli attacchi terroristici. «Il pubblico ci chiede questo e noi proviamo a darlo», sintetizza Crippa. In effetti la rete è decisiva nella diffusione istantanea della «breaking news». Ma poi nasce l’esigenza di capire di più e meglio, ascoltando pareri di esperti credibili e consolidati. Una funzione insostituibile che, anche in giornate come ieri, caratterizza ancora meglio il ruolo della tv generalista anche in prospettiva futura.

Paolo Giordano, il Giornale

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