La sua carriera offuscata dall’accusa di omicidio della moglie
L’attore Robert Blake (pseudonimo di Michael James Gubitosi), famoso per aver interpretato il detective Tony Baretta nella omonima serie tv degli anni Settanta, per cui ha vinto un Emmy Award e un Golden Globe, è morto all’età di 89 anni.
Secondo i media americani il decesso è legato a una malattia cardiaca. La carriera di Blake era stata offuscata dalla morte della moglie, Bonny Lee Bakley, uccisa in un parcheggio di Los Angeles nel 2001: per quel delitto l’attore era stato processato con l’accusa di omicidio, ma era stato assolto.
La morte della moglie e il processo
Balzato alle cronache nel 2001 per l’accusa di uxoricidio della seconda moglie, Bonnie Lee Bakley, Blake e il processo, con i retroscena sul passato della coppia (la donna aveva sposato Blake perché era rimasta incinta, ma all’epoca frequentava anche Christian Brando, figlio di Marlon Brando) hanno animato per anni le cronache giudiziarie di Hollywood.
Bonny venne uccisa in un parcheggio di Los Angeles con alcuni colpi alla testa mentre attendeva il marito che si era assentato per tornare nel ristorante da cui i due erano appena usciti. Dopo il fatto Blake passò la notte in un ospedale, dove venne in seguito dimesso: venne interrogato per 5 ore sull’accaduto (in un primo momento non era sospettato) e venne sentito solo come testimone. Qualche giorno dopo l’attore assunse un detective per cercare il responsabile della morte della moglie.
Blake aveva sposato Bonnie Lee Bakley il 19 novembre 2000, quando un test del DNA aveva confermato che era lui il padre della loro figlia Rose. La vicenda portò alla luce una serie di avvenimenti nella loro breve ma intensa relazione e soprattutto pose l’attenzione sulla particolare personalità della vittima, della quale si diceva avesse una vera e propria “ossessione per le celebrità”, con le quali cercava di entrare in contatto e sposare.
Il verdetto di assoluzione
Il 18 aprile 2002, Blake venne arrestato con l’accusa di uxoricidio. L’arresto venne compiuto in diretta televisiva, mentre l’attore si trovava a casa della sorella. Assieme a lui venne arrestato una delle sue due guardie del corpo, per aver preso parte all’omicidio: secondo l’accusa, Blake aveva agito contro la moglie per porre fine ad un matrimonio in cui era stato coinvolto contro la sua volontà.
La svolta delle indagini per il LAPD era avvenuta quando un ex stuntman, Ronald “Duffy” Hambleton, aveva accettato di testimoniare contro l’attore (supportato da un socio, Gary McLarty), dicendo che Blake aveva tentato di convincerlo ad assassinare la Bakley. Durante il processo, la difesa di Blake scoprì che le parole dello stuntman nascondevano una promessa di assoluzione per i suoi precedenti reati in cambio di una testimonianza contro l’attore. Di conseguenza l’attore fu assolto.
Le conseguenze
Una giuria civile lo ritenne comunque responsabile della sua morte e gli ordinò di pagare alla famiglia della Bakley 30 milioni di dollari: una sentenza che lo mandò letteralmente in bancarotta. Dal calvario iniziato con la morte di sua moglie l’attore non si riprese mai più.
Molti lo ricordavano ancora oggi non come l’aspro protagonista dai capelli scuri di “Baretta”, ma come uno spettrale imputato di omicidio dai capelli bianchi. In un’intervista del 2002 con l’Associated Press mentre era incarcerato in attesa di processo, ha commentato il cambiamento del suo status dicendo: “Mi ha fatto male perché l’America è l’unica famiglia che avevo”.
La figlia
La figlia che lui e Bakley avevano insieme, Rose Lenore, è stata cresciuta da altri parenti ed è rimasta per anni senza vedere il padre, fino a quando non hanno finalmente potuto incontrarsi nel 2019.
Balake ha raccontato alla rivista People che Rose Lenore lo chiamava “Robert”, non “papà”. Un finale impietoso per una vita vissuta sotto i riflettori fin dall’infanzia.
La carriera
Nato da genitori italoamericani Blake recitò sin da bambino, entrando negli anni ’40 nel cast di “Simpatiche canaglie” come Mickey Gubitosi: recitò per 40 episodi che lo videro protagonista tra il 1939 e il 1944.
Terminata l’esperienza delle “Simpatiche canaglie”, Blake interpreta dal 1944 al 1947 il ruolo di Little Beaver in 23 film della popolare serie western di Red Ryder. Dopo Tommy Cook nel 1940 e prima di Don Reynolds nel 1949, Blake è uno dei tre attori bambini ad essersi cimentati nella parte del giovane Indiano compagno di avventure (“saddle pal”) di Red Ryder.
Blake appare anche nei film “Il grande botto” (1944) con Stanlio e Ollio; “Perdutamente” (1946), nella parte di John Garfield da bambino; e “Il tesoro della Sierra Madre” (1948), in una scena che lo vede nel ruolo di un ragazzino messicano opposto a Humphrey Bogart.
Da giovane attore negli anni Cinquanta Blake, che nel 1956 cambierà legalmente nome in Robert Blake, interpreta ruoli in film western, che lo lanciano ad una intensa carriera di attore al cinema e alla televisione. Negli anni Settanta ricopre il suo ruolo più famoso, quello del detective Tony Baretta nella popolare serie televisiva “Baretta” (1975-78), per il quale riceve numerosi riconoscimenti, incluso un Emmy Award (1975) e un Golden Globe (1976).
L’ultimo impegno di Blake è nel 1997, nel film “Strade perdute” di David Lynch. Si chiude così una carriera che rimane “una delle più lunghe della storia di Hollywood”, con ben 60 anni di attività che intercorrono tra i suoi esordi come bambino negli anni trenta fino alla fine degli anni novanta