Sanremo, spero nell’arrivo di Franco Simone

Sanremo, spero nell’arrivo di Franco Simone

(di Tiziano Rapanà) Urge un blitz di Franco Simone a Sanremo. Lui a troneggiare sul palco dell’Ariston, con la speme che possa evitare di inciampare nel revival. Niente respiri, ma apnee: boccheggiamenti dovuti per non abboccare all’ovvio che ci sovrasta. E la stagione dei monologhi dovrà prima o poi finire, la fanfara del conformismo si dovrà fermare. E non bisogna essere posseduti dal demone della protervia per capire che si può pretendere di più. La cosa è nota, stasera ci sarà la serata dedicata ai duetti. Si rovista sempre nel conosciuto: si canticchiano i tasselli del puzzle, che raffigura il cantare più sfacciatamente popolare. Mai una volta che ci si ostini ad amoreggiare con l’ignoto (o quantomeno con l’inconsueto). E come con i tangueri all’opera, li guardi prevedi esattamente il momento del casquè.  E quindi vai di medley pronto per trasformarsi in un’idea di karaoke casalingo, dove di casa in casa ci si abbandona alla fallacia del ricordo. Contenti voi. Ora che il cantore del Respiro degli innamorati non abbia un posto a Sanremo lo ritengo grave. L’ho avevo già scritto giorni fa. Almeno dai concorrenti mi aspettavo un qualcosa in più, delle scelte più coraggiose nella scelta delle canzoni da omaggiare. Non dico Simone, non dico i Krisma o Flavio Giurato, ma almeno che si celebri la storia di Sanremo con uno sguardo a Gilda Giuliani, Gianni Nazzaro e al Banco del mutuo soccorso. Si continua sempre a percorrere la solita strada. Così il telespettatore distratto, arcinemico delle sorprese, sarà contento e rassicurato e tutto proseguirà come sempre.

tiziano.rp@gmail.com

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