Io miliardario? Un grande gioco. Case in affitto, flirt inesistenti e sveglia prima di mezzogiorno
Tommaso Zorzi, 21 anni, ha di sicuro un bel giro di amicizie vip dai tempi del liceo. Ed è uno che coi social ci sa fare parecchio, soprattutto con Instagram. Gli abitanti del quartiere dove ha vissuto fino a poco tempo fa, dalle parti di piazza Piola a Milano, hanno però strabuzzato gli occhi nel vederlo tra i protagonisti del programma Riccanza su Mtv, raccontato come uno dei rampolli della Milano bene.
E sono rimasti ancor più scioccati dagli articoli su stampa cartacea, web e dai servizi tv sulla vita e sul tenore di vita dei Zorzi e, in particolare, di Tommaso, tutte cose che a loro non risultavano proprio. Quel nucleo di quattro persone, media borghesia, partite Iva, vita piuttosto normale, che di colpo, secondo la narrazione dei media tra novembre 2016 e febbraio 2017, si era trasformato in una delle famiglie più di ricche e importanti d’Italia. Cosa è successo? Post-verità, approssimazione dei media, bufale? Tommaso Zorzi, nel frattempo, è diventato un personaggio conteso dalla tv. E dopo Riccanza è ora a Sanremo come inviato di Rai Uno per La Vita in diretta.
Domanda. Tommaso, come ti hanno scelto per Riccanza?
Risposta. Mi hanno contattato quelli della produzione (Luna Berlusconi, ndr), due giorni dopo la mia laurea triennale in Inghilterra. Credo che il mio nome lo avesse fatto Elettra (altra concorrente di Riccanza, ndr).
D. Ci sarà una seconda edizione del programma?
R. Non c’è nulla di sicuro. Dovesse esserci, voglio partecipare.
D. In che periodo hai girato la prima edizione, andata poi in onda su Mtv da fine novembre 2016?
R. Ognuno ha girato le sue parti in momenti diversi. Comunque tra maggio e ottobre 2016.
D. Quanta persona e quanto personaggio Tommaso c’è in Riccanza?
R. Il personaggio di Riccanza è molto simile alla persona Tommaso. Ovvio che quando sei in tv ci siano delle esigenze di copione, si creano cose anche non reali.
D. Ora sei inviato di Rai Uno per La Vita in diretta a Sanremo. Impressioni su questa nuova esperienza?
R. In Rai bisogna moderare i toni, soprattutto in questione di abiti. Ci vuole un approccio più istituzionale, più consono alla rete e al pubblico nazional-popolare, molto più ampio rispetto a Riccanza.
D. Di te si sta parlando molto sui media. Ci sono un sacco di notizie, alcune vere, alcune verosimili, alcune imprecise, alcune false. Un cortocircuito mediatico al quale in parte hai contribuito tu, in parte le note di produzione di Riccanza, ma, soprattutto, l’approssimazione con la quale lavorano tanti media. Che ne pensi?
R. Ieri sera, qui a Sanremo, ero a cena con Vittorio Sgarbi (con cui Zorzi ha avuto un duro scontro in tv alcuni giorni fa, ndr), ci siamo parlati, mi ha chiesto scusa. Solo pochi giorni fa, in televisione, mi dava del coglione, e invece dal vivo era molto diverso. Lì c’è tutta la differenza fra tv e realtà. I media cercano di rendere le cose più interessanti per i lettori, i telespettatori. Io non riesco a controllare tutto quello che esce su di me, lascio perdere, altrimenti dovrei avere quattro persone che lavorano solo per me. Ma quando leggo cose sbagliate sono il primo a restarci male, non voglio essere descritto diversamente da quello che sono.
D. Gli abitanti del quartiere milanese in zona piazza Piola, dove hai vissuto per anni, hanno strabuzzato gli occhi nel vederti a Riccanza. Non hai una famiglia ricca.
R. Un po’ è questione di invidia, un po’ è che l’esplosione mediatica è tale che i giornali hanno scritto anche cose non vere.
D. Si è scritto che tu vivi agiatamente, mantenuto dal papà che sarebbe uno dei più importanti uomini della comunicazione e della pubblicità in Italia, titolare di due agenzie di pubblicità. Non è così, tuo papà non è famoso, non è ricco e non è titolare di due agenzie
R. Io ho raccontato delle cose alla produzione. Poi sono state adattate al mood Riccanza.
D. Ma ti definiresti un ragazzo ricco?
R. Riccanza non è un documentario scientifico sui giovani. Mostra situazioni fuori dall’ordinario. Situazioni che corrispondono a un certo mondo. Io non mi lamento della mia famiglia, di quello che mi hanno dato, del livello di agiatezza. Ma non voglio che la gente pensi sia un miliardario. Non lo sono assolutamente. E poi adesso sto iniziando a guadagnare qualche soldo, con la tv e con i social, e sono contento.
D. Si è anche scritto che il papà è stato amministratore delegato del Teatro alla Scala. Ma anche questo non è vero. Tu hai dichiarato di «possedere appartamenti ovunque, a Milano, Londra, Saint Moritz, Forte dei Marmi e perfino una cascina in Emilia-Romagna ereditata dalla mamma». Pure questo non è proprio vero
R. Beh, a Milano abito in una casa di famiglia. A Saint Moritz c’è una casa in affitto, così come a Londra. A Forte dei Marmi e in Emilia-Romagna le proprietà sono di mia nonna.
D. Ma vivevi veramente nel Bosco verticale a Milano o faceva parte della sceneggiatura di Riccanza?
R. Mio papà mi ha affittato un appartamento nel Bosco verticale da maggio a novembre 2016.
D. Quanto tempo hai vissuto in Gran Bretagna? Che scuola hai frequentato?
R. Ci sono stato tre anni, mi sono laureato in scienze economiche, ho vissuto il primo anno a Glasgow, gli altri due a Londra.
D. Vita sentimentale: perché i giornali continuano ad attribuirti flirt con Aurora Ramazzotti, Giulia Salemi e, addirittura, Lindsay Lohan quando tu da tempo hai ufficializzato di essere omosessuale?
R. Beh, ti vedono con queste persone e fanno due più due. Fa parte del gioco, per ora non mi dà fastidio, l’importante è che non vada fuori controllo.
D. Trascorri realmente le tue vacanze «tra Saint Moritz e poi il mese di agosto a Bali e il resto dell’estate tra Ibiza, Mykonos e in barca con gli amici»?
R. Sì, è così. Ma comunque in tutto le mie vacanze durano un mese.
D. E non ti svegli sempre a mezzogiorno, come hai dichiarato
R. No, in effetti mi sveglio quasi sempre prima.
D. A volte non pensi di poter diventare il solito nuovo personaggio eccentrico del circo mediatico finché serve, e poi arrivederci e grazie?
R. Me lo dicono tutti. Per ora non ci penso, ho altri progetti in parallelo, ho fatto un piccolo investimento in una startup che a breve lancerà una nuova app. Perché credo che con la tv, a eccezione di pochi personaggi, i soldi veri non li fai.
D. Vero, verosimile, bufala, copione o realtà, persona o personaggio. C’è il rischio che si perdano i confini tra queste dimensioni?
R. Tutti sanno che è un grande gioco. E che ci stiamo divertendo.
di Claudio Plazzotta, ItaliaOggi