Dall’appello arcobaleno di Mika alle «sorellastre» Belmondo-Delon. Delusione Sergio Sylvestre
Finalmente le canzoni tornano protagoniste. Ed era anche ora. La serata cover funziona alla grande. Così alla grande che – a tratti – ci si dimentica che ci sono anche Carlo e Maria. Alcuni brani, naturalmente, vengono meglio. Altri decisamente no. Il meglio: Ermal Meta canta Amara terra mia con continui cambi di tonalità e un gran falsetto finale. Insomma, emozioni a mille (infatti vince). E se parliamo di emozioni non è certo un’emozione da poco quella che regala Paola Turci rifacendo la Oxa. Degna di nota anche la signora Mannoia, intensa e precisa durante Sempre e per sempre. Rischiosa, ma decisamente articolata la versione di Signor Tenente di Masini. Infine Bravi, davvero bravo nell’interpretare La stagione dell’amore.
Veniamo a Mika. Resta bloccato dietro la porta facendo preoccupare un tantinello Conti. Alla fine, però, fa capolino dalla scala. E lancia un appello per i diritti lgbt. Sul palco è un tripudio di verde, blu, viola. «Se qualcuno non vuole accettare tutti i colori del mondo – dice l’ex giudice di X Factor – o pensa che un arcobaleno è pericoloso. Questo qualcuno lo lasciamo senza musica». Bravo Mika, lasciamolo senza musica (in castigo). Notevole la sua Grace Kelly al pianoforte. L’unica nota stonata: quei due fazzoletti di carta, con cui si asciuga il sudore (tanto sudore). Conti li porta in giro per il palco come se tra le mani avesse un serpente velenoso. Ecco, magari, la prossima volta il momento dell’«asciugatura» lo si tiene per il dietro le quinte.
Bravi e con una bella storia da raccontare i ragazzi dell’orchestra Cateura dal Paraguay. Suonano strumenti realizzati con teglie, tubi, latte e altri rifiuti che trovano nella discarica a due passi da casa. Momento dedicato ai giovanissimi anche quello ideato per festeggiare i sessant’anni dello Zecchino d’Oro. Il Piccolo Coro dell’Antoniano canta svariati grandi «piccoli» successi: dalle tagliatelle di nonna Pina al coccodrillo come fa, passando per Popoff. E in un attimo torniamo tutti ad avere otto anni.
IL PEGGIO
Annabelle Belmondo e Anouchka Delon scendono le scale tenendosi i vestiti con le mani – ovviamente per evitare di inciampare. Però sembrano Anastasia e Genoveffa, le sorellastre (belle) di Cenerentola, al loro arrivano al gran ballo. Accennano due canzoni e via. Vabbé ragazze, alla prossima, e salutateci nonno e papà.
Grande, anzi grandissima delusione della serata: Sergio Sylvestre. Quando canta La pelle nera, in compagnia dei Soul System, va completamente fuori tempo. Corre dietro alla melodia fin dalla prima nota. Corre, corre per tutto il pezzo, ma nulla. Non ci prende mai. I vincitori di X Factor e il primo classificato di Amici sembrano su due pianeti diversi. Anzi, sembrano cantare due pezzi diversi. Peccato. Ci tengono a precisare, però, che la colpa è tutta di un problema tecnico.
Deboluccia, poi, un po’ tutta la parte comica. Crozza nei panni di Papa Francesco non fa scintille. La sua copertina non è assolutamente quella meglio riuscita. Infine, Luca e Paolo, più soporiferi che divertenti. In generale lo show è troppo lungo. Nella parte finale è più una prova di resistenza che altro. I tempi non tornano. Si va troppo oltre la mezzanotte. Ultima, ma non ultima considerazione: basta parlare di questa caramella in bocca di Maria (che stasera è meno Queen del solito). Il messaggio è chiaro: Conti sorvola per favore.
ALICE CASTAGNERI, La Stampa