Amici sempre ambito, click ma esauriti anche i break di X Factor
Se nonostante tutto Sanremo è sempre Sanremo per spettatori e raccolta pubblicitaria, ci sono trasmissioni che pur arrivando solo a una frazione dello share della manifestazione canora sono molto ambite dagli investitori pubblicitari. Sono considerate «ciliegine sulla torta», di una pianificazione più ampia e per questo l’agenzia Media Italia del gruppo Armando Testa ha stilato un elenco dei programmi su cui puntare nel 2016 per avere visibilità su un pubblico molto interessante perché coinvolto e interattivo. La trasmissione-caso da cui si può cominciare è sicuramente X Factor di Sky, «il nuovo Sanremo dell’era digitale», secondo Valentino Cagnetta, ceo di Media Italia. Dove c’è fortissima partecipazione del pubblico dal primissimo minuto, un pubblico interattivo con una componente social fortissima». La finale di X Factor del 10 dicembre scorso è stata gettonatissima, con una richiesta da parte degli investitori del 170% superiore rispetto all’offerta di spazi pubblicitari secondo le stime del centro media. E la trasmissione era in onda su tre canali con break pubblicitari diversi (Skyuno, Cielo e Mtv8). Anche nelle puntate precedenti, comunque, la domanda era pressoché doppia rispetto alla disponibilità. La dimostrazione che la pubblicità non segue ormai solo audience enormi, perché la finale di X Factor ha avuto un ottimo riscontro, ma stiamo parlando comunque di un 9,6% di share, 2,3 milioni di spettatori. Numeri che sono ben diversi da quelli di un’altra trasmissione molto gettonata dagli investitori ma che contemporaneamente ha un seguito di pubblico enorme: Amici, 34,2% di share nella finale, 6,5 milioni di spettatori. «È un talent che continua a reggere, anche grazie al commitment pazzesco di Maria De Filippi che riesce ad allungare il successo dei ragazzi che vi partecipano più di quanto faccia X Factor, cosa su cui è brava Mediaset in generale, che non butta mai via niente». Amici, sempre secondo le stime basate sull’esperienza di Media Italia, genera un 140% di richieste in più di spazi pubblicitari rispetto alla domanda. Ovviamente da mettere sulla torta ci sono eventi particolari come la finale di Champions League. L’anno scorso grande successo per le semifinali Juventus-Real Madrid del 5 e 13 maggio e per la finale Juventus-Barcellona del 6 giugno, andate in onda su Canale 5 e Sky, un movimento raro negli anni della crisi che ha fatto sperare che il mercato fosse pronto alla ripresa. In Rai, poi, Media Italia segnala tre trasmissioni, «interessanti per il contenuto e il numero di secondi a disposizione». Sono Che tempo che fa, Report e Pechino Express. I due programmi di Raitre, come di consueto per la rete, hanno una quota pubblicitaria piuttosto leggera se paragonata a quella di altri canali. «Che tempo che fa ha ospiti di assoluto pregio, ci sono passati in tanti», spiega Cagnetta, «per questo attrae un pubblico molto attento. Report francamente è un caso particolare. È conosciuta per essere una trasmissione di qualità, ma da molti anche contestata. Evidentemente allontana gli inserzionisti che temono di essere toccati, ma non tutti i business la temono. Poi c’è Pechino Express di Raidue, fatta da Magnolia. È un reality della vita reale, non con condizioni di stress artefatte come altrove. Per questo pensiamo sia interessante». A queste trasmissioni si aggiungono poi eventi come I dieci comandamenti di Roberto Benigni, un 38,3% di share sicuramente da valutare sotto molti aspetti. Su Mediaset, poi, ci sono altri due classici: le Iene e Striscia. «La domanda degli investitori pubblicitari per le Iene è sempre rilevante», dice il ceo, «È la trasmissione che rappresenta quello spirito di innovazione che per anni era presente nei palinsesti di Mediaset, soprattutto di Italia 1, e che ora si è un po’ perso. Striscia invece oggi ha meno vigore rispetto al passato, così come è accaduto in genere alla tv generalista, anche a causa dell’esplosione dell’offerta sul satellite e il digitale terrestre». Infine, fra le ciliegine sulla torta c’è anche Crozza nel paese delle meraviglie di La7. E come mai non ci sono trasmissioni come lo stesso Sanremo, Il Grande Fratello, Ballando con le stelle e simili? «Quelle che abbiamo scelto sono le ciliegine, frutto di un modo diverso di guardare agli ascoltatori di una trasmissione, che non valuta solo i numeri», conclude Cagnetta, «quello che gli investitori e noi agenzie vorremmo nelle pianificazioni. Ovvio, non si può fare una campagna fatta solo di ciliegine».
di Andrea Secchi, Italia Oggi