Il Sanremo dei comici (Claudio Bisio e Virginia Raffaele); il Sanremo per insonni (24 cantanti in gara, si prevedono maratone di quattro ore abbondanti a sera); il Sanremo per autarchici (non ci sarà nessun ospite internazionale). A muovere i fili il gran burattinaio Claudio Baglioni nella veste, parole sue, di «dirottatore artistico» per portare la barca del Festival «non dove pensiamo che debba andare, ma da un’altra parte» (occhio agli scogli).
Un Sanremo italiano («Il Festival è internazionale di per se stesso e non ha bisogno di “figurine”») perché gli ospiti saranno solo made in Italy. In quota cantanti ci saranno sicuramente Andrea Bocelli con il figlio Matteo, Elisa e Giorgia; mentre sono in lista d’attesa Ligabue, Marco Mengoni, Laura Pausini e Biagio Antonacci. In quota comici invece ci sono trattative in corso per Checco Zalone e per il duo scorretto Pio e Amedeo, senza escludere del tutto un ritorno di Fiorello.
Baglioni non è solo un dirottatore ma anche un raccontatore artistico di un certo rilievo e lo dimostra quando comincia a parlare del potere della musica e di sincronismo: «Le canzoni sono arte povera, da fanteria, ma riescono laddove tante altre cose non ce la fanno, creano una memoria, un richiamo evocativo come pietre dure, profumi, stelle fisse».
Continua a fare l’astronomo parlando di Bisio e Raffaele come Fratello Sole e Sorella Luna, mentre la stella polare saranno le canzoni (un concetto per la verità che ogni anno rinnova qualunque direttore artistico si trovi a passare da queste parti). Prosegue: «L’anno scorso era il Festival dell’immaginazione, quest’anno sarà quello dell’armonia. Sarà l’edizione numero 69, un numero che richiama la simmetria, lo yin e lo yang, l’avvicinamento degli opposti, che insieme formano l’accordo».
Felice di aver cancellato l’ordalia delle eliminazioni dalla gara, Baglioni spiega anche che per lui «il Festival di Sanremo non è mai stato una trasmissione tv, ma un evento e deve avere un carattere di sorpresa e straordinarietà».
Riflette ancora: «La musica pop racchiude gran parte delle musiche correnti. È una delle poche musiche in movimento, in continua trasformazione a differenza della lirica, della musica folk, della classica, della sinfonica che invece sono musiche elitarie, che tendono a conservarsi. Quest’anno la scelta è caduta su 24 proposte che cercano di raccontare il nostro Paese musicale per quello che è, che fotografano e prevedono quello che accadrà. Sanremo deve essere lo strumento che annuncia quello che si ascolterà».
Sarà la prima volta insieme per Claudio Bisio e Virginia Raffaele, anche se i due — rivela il comico — avrebbero dovuto fare «Zelig» insieme ma poi non se ne fece più nulla. Lui si vede più come matto che come mattatore, lei apparirà più senza trucco che con il cerone da trasformista.
Hanno già la battuta pronta. Dice lei: «Stimo Claudio da sempre, è un mostro… anche artisticamente». Lui ribatte: «Ci siamo visti a cena una sera, Virginia era afona: passare la sera con una donna senza voce è stata un’esperienza inedita e bellissima».
Renato Franco, Corriere.it