Dopo aver lasciato la Vita in Diretta, il conduttore ai microfoni de “I Lunatici” su Radio Due di fatto racconta questa sua nuova fase professionale
Marco Liorni chiude i conti col suo passato. Dopo aver lasciato la Vita in Diretta, il conduttore ai microfoni de “I Lunatici” su Radio Due di fatto racconta questa sua nuova fase professionale con “Italia sì” e l’uscita di scena da “La vita in Diretta“: “E’ una cosa chiusa e strachiusa. La cosa che mi rimane è che riesco più spesso a dormire di notte. A La Vita in Diretta trattavamo spesso delle storie, degli argomenti, delle cose così coinvolgenti, così forti, che di notte capitava di svegliarsi e ripensarci. Se hai davanti una madre cui hanno ucciso il figlio, in tv ci stai dieci minuti, la mattina l’hai passata ad entrare empaticamente nella storia, prima della trasmissione ne riparli, quando arrivi di notte ti ritorna tutto su. In questo momento se ripenso a La Vita in Diretta penso che era un programma che ti succhiava l’anima. E’ stata una esperienza di vita pazzesca, durata sette anni. Un grande privilegio, ma una cosa che mi ha impegnato molto anche emotivamente. Tutto il resto passa in secondo piano”.Nel suo racconto c’è anche spazio per una riflessione sui social. Liorni è un tipo molto concreto, testa al lavoro e pochi fronzoli su Facebook, Twitter o Instagram. E così afferma: “Ci sto, ma non mi piace in questo momento come vengono vissuti. Se ti scontri con qualcuno per iscritto, già non ne puoi, devi prendere il telefono e chiamare una persona. Vedo anche grossi giornalisti che entrano in polemiche, discussioni, battibecchi via Twitter, che mi chiedo perché lo facciano”.