L’attore è in scena al Manzoni di Milano con il classico di Molière fino al 20 novembre
Emilio Solfrizzi diventa Argante ne “Il malato immaginario” di Molière. La pièce sarà in scena al teatro Manzoni di Milano dall’8 al 20 novembre per poi girare l’Italia fino a primavera. “Questa è una ciambella che ci è riuscita con il buco – ha detto Solfrizzi -. E’ uno spettacolo divertente che ci sta dando soddisfazioni ovunque”. Uno spettacolo che pur scritto 350 anni fa è di un’attualità sconvolgente. “Credo sia uno degli spettacoli che più di altri parla dell’oggi – continua Solfrizzi -. Il protagonista ha più paura di vivere che di morire. Segregato in casa. Quante persone così ha creato la pandemia?”.
Emilio Solfrizzi è quindi il protagonista di un altro spettacolo importante che va a impreziosire la stagione del teatro milanese, nei 150 anni dalla sua nascita. L’attore pugliese porta in scena un Argante più giovane di quello che siamo abituati a vedere rappresentato. “Questo è un personaggio a cui un attore si prepara tutta una vita – dice Solfrizzi nella conferenza stampa di presentazione -. L’idea del regista era quello di ringiovanire un po’ il protagonista che spesso veniva interpretato da attore piuttosto anziani, con il risultato che il pubblico veniva forse indotto a credere che le malattie non fossero così immaginarie”. Una forzatura, visto che Molière il personaggio lo aveva scritto per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni. Riportarlo a un’età più giovane innesca oltretutto nuovi meccanismi, esaltando la comicità del testo con l’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti”.
Questa edizione del classico di Molière ha preso forma in un periodo particolarmente difficile. “Abbiamo avuto il coraggio di provare la pièce nel pieno della pandemia, convinti che saremmo andati in scena non appena fosse finito tutto” dice Rosario Coppolino che oltre che interprete dello spettacolo è anche produttore. In scena ci sarà anche Sergio Basile, che interpreta il dottor Diaforetico, medico di Argante. “Un medico per cui la medicina è intesa non come salvezza dell’uomo ma come castigo – dice -. Ho visto tanti virologi che ci hanno ammorbato in questi anni di pandemia e a loro mi sono ispirato, prendendo spunto per la mia maschera, direi un po’ sinistra”. Lisa Galantini è invece Tonina, quasi una co-protagonista che potrebbe anche scambiarsi il ruolo principale con Argante. “Le serve di Molière sono personaggi straordinari – dice lei -. Emilio è un grande improvvisatore e mi dà modo di giocare con lui in maniera sempre nuova e diversa tutte le sere”.
Nello spettacolo, presentato dalla Compagnia Molière e La Contrada Teatri Stabile di Trieste in collaborazione con il Teatro Quirino- Vittorio Gassman, un ruolo importante lo recita anche la scenografia, che vede al centro della scena un sorta di enorme libreria torre sui cui scaffali campeggiano medicinali di ogni tipo. “E’ di fatto è l’unico oggetto insieme alla poltrona-trono di Argante – spiega Solfrizzi -. Nell’immaginario la torre è il luogo della prigionia dal quale qualcuno deve essere salvato”. Completano il cast Antonella Piccolo, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Cecilia D’Amico e Luca Massaro.
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