Dall’11 ottobre su Rai3 il programma in cui personaggi famosi portano i loro dischi preferiti, tra aneddoti e ricordi. Il primo è Luca Cordero di Montezemolo che parla di Lucio Dalla e cita Iglesias: “Perché nella vita bisogna essere un po’ pirati e un po’ signori”
Raccontare la propria vita attraverso i dischi preferiti, un Amarcord tenero e divertente. Amanda Lear e le federe sporche di David Bowie che andava a letto senza struccarsi, i viaggi in Sicilia di Luca di Montezemolo con Lucio Dalla, Andrea Purgatori e l’arrivo di Ubaldo Lay al concerto dei Rolling Stones al Palaeur. Riccardo Rossi debutta su Rai3 giovedì 11 ottobre con I miei vinili, programma in venti puntate in cui personaggi famosi (tra gli altri Umberto Guidoni, Giancarlo De Cataldo, Isabella Rossellini, Massimo Ghini, Nek, Renzo Arbore) racconteranno aneddoti personali legati ai loro dischi preferiti. “Sono interviste biografiche” dice il direttore di Rai3, Stefano Coletta “avevo visto il programma su Sky e mi era piaciuto subito. È una trasmissione che può veicolare la musica in modo interessante, perché gli ospiti si raccontano. A Rai3 mancava un mattatore, e Riccardo lo è: ha un’identità plurima, non voglio dire che abbia problemi psichiatrici. È una persona che non vive il suo ruolo con autoreferenzialità ma si mette al servizio dell’ospite. Sono convintissimo di questa scelta”.Scatenato e ironico, Rossi racconta che a casa sua si ascoltava soprattutto musica classica. “Però c’erano i 45 giri di Paul Anka. Si riscoprono i vinili a 50 anni, quando traslochi o ti separi, e negli scatoloni finiscono tutti i dischi. Sono oggetti meravigliosi, a partire dalle copertine. Qui si sentono racconti che magari i personaggi famosi fanno solo nelle cene a casa con gli amici. Luca Cordero di Montezemolo – rivela – mi ha portato un disco di Julio Iglesias. Quando gli ho chiesto il motivo mi ha risposto: perché nella vita bisogna essere un po’ pirati e un po’ signori”. Ma Montezemolo racconta anche il rapporto di amicizia con Dalla, le serate passate a Bologna a parlare, i viaggi in Sicilia, che il cantautore amava e “nella sua casa di Milo, con il soffitto che si apriva per vedere l’Etna”. Cinque dischi per riassumere una vita, ma anche i ricordi di un concerto indimenticabile come quello dei Rolling Stones al palaeur nel 1967. È il giornalista Andrea Purgatori a rivivere quella serata indimenticabile. “Ci racconta l’attesa, è Silvio Noto a presentare Mick Jagger e compagni, l’arrivo di Ubaldo Lay, allora popolarissimo tenente Sheridan in tv. Parte un grande applauso, poi nel silenzio, una pernacchia: ‘Tenente Sheridan mo scopri chi è stato’. Solo a Roma succedono queste cose”. Sempre a Roma, al Piper, Giampiero Mughini scopre Patty Pravo, ed è a Roma, in una delle discoteche più frequentate, il Much more, che nei primi anni Ottanta il giovane Riccardo Rossi scopre Don’t stop ’til you get enough di Michael Jackson “che è rimasto uno dei miei dischi preferiti”.
Silvia Fumarola, repubblica.it