Luca e Paolo, i capocomici della brigata, non hanno colpe perché il loro lo fanno e lo fanno bene come al solito. Ma attorno si agitano sguaiatamente sketch imbarazzanti e tormentoni che tormentoni non sono. Forse bisognerebbe prendere atto con una certa rassegnazione che non è un buon periodo per il genere e proporre una moratoria dei programmi comici in tv
Urge una moratoria dei programmi comici in televisione. Bisognerebbe prendere atto con una certa rassegnazione che non è un buon periodo per il genere. Per rendersene conto, basta guardare Colorado su Italia1, una trasmissione lunghissima, piena zeppa di comici, che riesce nell’impensabile missione di non far ridere nemmeno per sbaglio, a parte qualche rarissimo momento che si conta sulle dita di una mano.
Luca e Paolo sono i capocomici della brigata, e loro non hanno colpe, in realtà, perché il loro lo fanno e lo fanno bene come al solito. Il problema è che attorno ai due comici genovesi si agita sguaiatamente una fauna variegata di comici mediocri, con sketch imbarazzanti e tormentoni che tormentoni non sono.
Sono lontanissimi i tempi d’oro di Zelig, anche perché Gino e Michele, quantomeno, quando si rendono conto che il genere non tira più si fermano ai box per qualche tempo. E Colorado è l’equivalente settentrionale di Made in Sud, altro esempio per nulla virtuoso di comicità in tv.
Giovedì sera, guardando Colorado, abbiamo provato a contare i minuti tra una risata e l’altra, ma anche soltanto un accenno di sorriso, un movimento involontario delle labbra. Ebbene, abbiamo riso di gusto solo quando sul palco c’era Leonardo Manera (bravissimo), mentre qualche sorriso genuino ce lo ha strappato Valeria Graci con la sua imitazione di Laura Pausini. Punto. Un po’ poco, per un programma che dura tre ore e che dovrebbe far ridere per contratto.
Ma la desolazione di Colorado è solo una delle prove della crisi della comicità in tv di cui parlavamo prima. Crozza a parte, è una tragedia. Il livello è bassissimo, quasi dilettantesco. Made in Sud e Colorado hanno trasformato un genere che era una gallina dalle uova d’oro in un incubo televisivo. Che poi, diciamolo, quando guardiamo un comico esibirsi e non riusciamo a ridere neppure con il solletico, scatta in noi e in tutti gli spettatori quel sentimento terribile e spesso indescrivibile fatto di imbarazzo e vergogna per il malcapitato che, evidentemente, non sa fare il suo lavoro.
Ecco perché urge la moratoria di cui sopra: basta con i programmi comici in tv. Almeno fino a quando non impareranno a farli. Almeno fino a quando non si accontenteranno di usare le reti a strascico nei casting. Meno quantità, più qualità. Perché è umiliante innanzitutto per i “comici” in questione, assistere a una trasmissione comica senza ridere nemmeno per sbaglio.
Colorado e Made in Sud sono gli alfieri di questo mediocre dilettantismo comico. E sono i primi che andrebbero chiusi. Per rispetto dei telespettatori, della comicità e soprattutto per salvaguardare l’amor proprio e la dignità dei “comici” che vi si esibiscono.
Il Fatto Quotidiano