Un esordio “che mi piace, perché è in punta di piedi”. Così con l’ANSA Enrico Bertolino descrive il suo doppio debutto a Radio 24: dal 10 settembre, ogni venerdì alle 13.20 in Effetto giorno con Alessio Maurizi nello spazio ‘Sostiene Bertolino’ e dal 12 settembre, ogni domenica, alle 09.00 in Si può fare con Laura Bettini.
In ‘Sostiene Bertolino’, spiega l’autore, attore e conduttore, “più che un opinionista, sarò un ‘opinionologo’, una specie di virologo dell’informazione, ovviamente in forma ironica, non schierandomi e facendo anche un po’ l’avvocato del diavolo su alcune notizie. Radio24 tratta argomenti seri, ma lo si può fare anche in modo un po’ più faceto, sempre mantenendo il valore del contenuto”. Mentre in ‘Si può fare’, storica trasmissione di Radio 24, Laura Bettini e Bertolino andranno alla scoperta di progetti per un futuro migliore: “E’ un programma dedicato alla sostenibilità, una parola che va molto di moda adesso. Partiamo da un interrogativo classico un po’ marzullesco, chi sostiene la sostenibilità? Cerchiamo di farlo noi anche in maniera un po’ divertita, parlando con degli esperti, a cui voglio fare le domande tipiche di una persona curiosa. Affiancherò Laura per offrire un punto di vista alternativo”. Venendo al momento storico che viviamo, con le opinioni polarizzate su temi come i vaccini e il green pass, per Bertolino “è più facile fare ironia. I social sono una cassa di risonanza che a volte amplifica troppo, va in distorsione. Condivido abbastanza l’affermazione di Umberto Eco secondo il quale il web ha dato voce a legioni di imbecilli, e mi ci metto anch’io a volte, quando magari commento qualcosa senza pensarci troppo e poi mi rendo che quello che ho scritto potrebbe urtare qualche sensibilità. Ma è anche vero che i social hanno abbattuto il muro bigotto del politically correct di cui si sono nutriti tutti per anni come alibi”. Il problema “è che ora non si parla di Recovery fund, ma di vita umana ed anche la politica non sa come porsi”. Bertolino non è sorpreso dalla veemenza dei no vax: “Siamo portati anche a livello onomatopeico al no, infatti i movimenti si chiamano sempre no tav, no no vax… non si utilizza il si. Il no è molto più facile, non impegna, come il gessato. Invece dire sì richiede una spiegazione, un ragionamento”. L’autore sta anche preparando per l’autunno il suo nuovo spettacolo di Instant theatre con Luca Bottura e Massimo Navone: “E’ una formula teatrale flessibile dedicata all’attualità, nella quale via via cambiamo il contenuto. L’ultimo spettacolo si intitolava In medio stat virus, speriamo di non dover dedicare anche il prossimo alla pandemia… Il tema però potrebbe essere la sindemia, cioè la depressione post pandemica, un rischio che stiamo correndo. Le persone hanno preso un contraccolpo socioeconomico e chi era già borderline rischia di scivolare dall’altra parte. Come dice Galimberti, non tutti ne usciremo migliori”. La tv le interessa sempre? “Certo, anche se non vorrei rientrare nel novero di chi pensa che quella generalista abbia un futuro roseo; perché questo succeda deve cambiare radicalmente. Farò una partecipazione nel programma di Panariello e Giallini su Rai 3 Lui è peggio di me, perché è un format innovativo e ci sono due colleghi che stimo molto”.
Francesca Pierleoni, ANSA