La nuova Pamela, in apparenza impetuosa e conturbante come sempre, ha firmato infatti qualche giorno fa un veemente e contrito articolo sul Wall Street Journal, dove si è scagliata con tutta l’anima contro la mercificazione del corpo e il male assoluto del nostro tempo: il consumo massiccio di pornografia. Suo compagno di penna nell’editoriale, nientemeno che il rabbino conservatore Shmuley Boteach
Pamela Anderson, l’esplosiva ex bagnina di Baywatch oggi 49enne, il sogno proibito di generazioni di americani, australiani, asiatici, africani ed europei, esistenzialisti o epicurei… va alle crociate contro il porno. Che è una “roba da sfigati”, sostiene oggi l’ex coniglietta di Playboy, per cui detiene il record di copertine, l’ex attrice hard a sua volta seppure, ufficialmente, inconsapevolmente. Vi ricordate il pasticciaccio trash del filmino super-sexy girato con l’allora marito metal-star Tommy Lee, “rubato” e finito in Rete e presto diventato il video vietato ai minori più visto nella storia? E il secondo incidente-vhs amatoriale di percorso, che in quel caso la vide protagonista senza veli né freni insieme a Bret Michaels, leader dei Poison?
Acqua torbida passata. La nuova Pamela, in apparenza impetuosa e conturbante come sempre, ha firmato infatti qualche giorno fa un veemente e contrito articolo sul Wall Street Journal, dove si è scagliata con tutta l’anima contro la mercificazione del corpo e il male assoluto del nostro tempo: il consumo massiccio di pornografia. Suo compagno di penna nell’editoriale, nientemeno che il rabbino conservatore Shmuley Boteach. Pretesto giornalistico-drammaturgico, l’affair Anthony Weiner, il deputato democratico a stelle e strisce accusato più volte di sexting e per questo lasciato dalla moglie, tra le più strette collaboratrici della candidata alla presidenza Hillary Clinton.
Con toni apocalittici, la Anderson se l’è presa con gli “effetti corrosivi” del porno e ha invocato una non meglio precisata “rivoluzione sensuale”, congiunta a un altrettanto sovversivo “cambio epocale”. “Dobbiamo educare i nostri figli a capire che il porno è per perdenti. Qualcosa di noioso, inutile e senza uscita per le persone troppo pigre a raccogliere i frutti di una sessualità sana” scrive il sex-symbol per eccellenza dell’ultimo quarto di secolo. Che poi aggiunge: “Mette a rischio la capacità di funzionare come marito, e, per estensione, come padre. Questo è un pericolo pubblico di una gravità senza precedenti, dato che la pornografia è liberamente disponibile, accessibile in modo anonimo ed estremamente diffuso”. Che fare quindi per fronteggiare questa vera e propria dipendenza? “Chiudere oggi tramite delle leggi il vaso di Pandora del porno è impossibile, è troppo tardi. Ma la gente deve parlarne e insegnare ai propri figli che chi ne fa uso è uno sfigato”. La svolta pornofoba di Pamela Anderson, 100-60-92 di vertigine più o meno nature, ha scatenato una ridda di reazioni contrastanti, va da sé. Lei ha rilanciato: “Mi impegno a proteggere gli schiavi dell’industria del sesso’‘.
Maurizio Di Fazio, FQ Magazine