Kevin Bacon, 60 anni a “piede libero”. La star di ‘Footloose’: “Tempo di interrogativi”

Kevin Bacon, 60 anni a “piede libero”. La star di ‘Footloose’: “Tempo di interrogativi”

L’attore del celebre musical anni Ottanta, in perfetta forma, ultimamente si dedica al piccolo schermo. In tv interpreta Dick, un uomo che sulla soglia dei 60 anni si interroga sulla vecchiaia e sulla sessualità

Kevin Bacon compie 60 anni ma ha la stessa energia di quando ne aveva 26 e ballava sulle note di Footloose, il musical che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Il numero sei gli porta bene, come attesta il gioco di società 6 gradi di Kevin Bacon che era andato molto di moda alla metà degli anni ’90, sulla scia del celebre film col giovane Will Smith Sei gradi di separazione. Bacon era infatti allora considerato l’attore di Hollywood che più aveva lavorato con tutti: era facile stabilire il grado di separazione – altro che 6 – di Bacon da ogni altra star americana e internazionale. Il ciuffo ribelle è sempre lo stesso e anche lo sguardo di sfida da “city boy”. E per chi è stato adolescente negli anni ’80, c’è ancora un invito al ballo di fine anno a cui rispondere come dimostra il ballo sfrenato che quattro anni fa, in occasione del trentennale del film, l’attore ha sfoderato negli studi di Jimmy Fallon sulle note della canzone candidata all’Oscar. L’attore è ritornato oggetto del desiderio del pubblico femminile grazie alla televisione, prima con l’inquietante The following, poi I Love Dick sulla storia di una coppia in cui sia lei che lui cadono infatuati di un uomo, e nel nuovo serial thriller City on a Hill, ambientata nella Boston anni Novanta.Il Bacon number. Il sorriso ironico e la camminata veloce sono sempre giovanili e divertiti. Dopo il successo di Footloose, negli anni Novanta è stato protagonista di Tremors, JFK – Un caso ancora aperto, Codice d’onore, Kevin Bacon, nato a Philadelphia l’8 luglio 1958, è il Signor ovunque di Hollywood. “Ho lavorato con tutti nel cinema, o con qualcuno che ha lavorato con loro”, disse Bacon in una celebre intervista nel 1994; da quella affermazione, dimostrazione dell’ubiquità baconiana, un gruppo di studenti aveva appunto creato il celebre gioco da tavola successivamente diventato un gioco online. Teoria che sostiene che qualsiasi persona sul pianeta è separata da sei o meno conoscenze, e che poi altro non è che una revisione della teoria sociologica di Frigyes Karinthy in versione internet: basta digitare Bacon number e il nome di un qualsiasi attore e appare il “coefficiente Bacon”, ossia il numero di film necessari a far incontrare, almeno virtualmente, i due interpreti. E almeno tra gli attori americani, è raro che si superi il numero 3. Per esempio: O.J. Simpson recitò in La pistola spuntata 33? con Olympia Dukakis, la quale aveva recitato in Picture Perfect con Kevin Bacon, e così via. Per fortuna Bacon è uno che sa stare al gioco, e ha addirittura lanciato un’organizzazione di beneficienza chiamata “Sixdegrees.org”. La carriera di attore di Kevin Bacon era cominciata col ruolo di uno studente di una “fraternity” universitaria in Animal House (1978) di John Landis, accanto a John Belushi. Ha recitato in alcune soap-opera come Sentieri, per essere poi cadere vittima Venerdì 13 (1980). Bacon, anche musicista, ha anche avuto un certo successo coi Bacon Brothers, con suo fratello Micheal. Non era stato facile all’inizio: a 30 anni, con una moglie incinta, l’attrice Kyra Sedgwick, madre dei suoi due figli, Travis e Sosie, di 29 e 26 anni rispettiamente, una madre a cui era stato diagnosticato un cancro, Bacon aveva sofferto di attacchi di panico ed era collassato su un marciapiede di New York mentre andava a un provino. Non avrebbe dovuto preoccuparsi: nel giro di cinque anni sarebbe stato protagonista di una serie di film di successp come The River Wild – il fiume della paura, L’isola dell’ingiustizia – Alcatraz e Apollo 13.Bacon si diverte ancora a recitare, il suo personaggio nella serie I Love Dick (titolo a dir poco ambiguo mantenuto in originale su Amazon Video), è arrivato in un momento importante della sua vita. “È un uomo della mia età, c’è tanto di me – dice Bacon incontrato recentemente per parlare della serie, alla sua seconda stagione – La nostra storia è iniziata mentre stava per compiere i 60 anni, Dick si ritrova a mettersi in discussione su molte cose a partire dalla sua mascolinità, la sua potenza, non se mi spiego… proprio come me oggi. La serie affronta non solo il tema della sessualità, ma anche del tempo che passa e della mortalita’. E poi c’è la question del blocco creativo: Dick è un pittore che non riesce a dipingere da sette anni”. Anche Bacon, come Dick, è stato oggetto di adulazione. Cosa prova? “Mi chiedo sempre se l’adulazione sia veramente meritata o se non sia una sorta di allucinazione collettiva, tipo gli abiti dell’imperatore. Sono tutte cose interessanti da esplorare, come appunto la natura della celebrità. Quando compi 60 anni cominci a domandarti come sarò da vecchio? Avrò ancora il mio potere maschile? Saprò ancora esercitare fascino sulle donne? Mia moglie dice di si’.” Eppure ancora viene visto come sex symbol, “cosa che – dice – non è la peggiore che potrebbe succederti, le cose a casa vanno bene in quel senso”, aggiunge ridendo. Ha 60 anni, ma l’apparenza giovanile quasi nega l’anagrafe: “È una combinazione di ormoni della crescita umana e steroidi anabolici e i migliori chirurgi plastici di Beverly Hills che lavorano su di te tutto il tempo” dice scherzando. Ma non vorrebbe davvero tornare ad avere 30 anni, aggiungendo: “Proprio recentemente ho fatto una cosa insolita: ero solo nel mio appartamento di New York, ho aperto un cassetto e ho trovato un mucchio di dvd dove avevo riversato i tanti video fatti nel corso degli anni, in vacanza, con la famiglia. Ne ho messo su qualcuno e sentivo la mia voce dietro la telecamera, in genere ero io che facevo le riprese. E quello che mi ha colpito è stato lo sforzo eroico che ha fatto mia moglie a stare con me, perché quel tipo che parlava, dietro la cinepresa, non era né divertente né interessante, era un grande stronzo. Quando vedo quella roba, penso che sto molto meglio adesso”. Gli chiediamo se abbia ancora qualche desiderio da realizzare nella vita, e la risposta é pronta: “Penso davvero che la maggior parte dei sogni che ho avuto nella mia vita si sono realizzati. Certo ho dei dubbi, soprattutto ogni tanto mi domando se io abbia avuto l’impatto artistico cui aspiravo da giovane, ma quando arrivano quei dubbi mi fermo e medito. E cerco di tenermi aggrappato alle cose che sono le più importanti, la mia famiglia e i miei amici e il legame che ho con loro e le gioie che mi hanno dato. E penso che non va tanto male per un sessantenne!”.

Torna in alto