di SILVIA FUMAROLA
Tutto nasce dalla grande passione per il cinema, soprattutto quello di genere, le commedie, i western, i polizieschi “che erano interpretati da attori famosi ma anche da quelli che per noi erano volti popolarissimi ma di cui non conoscevamo il nome” racconta Marco Giusti che anche quest’anno, da stasera, riunisce nel salotto di Stracult su RaiDue alle 23.50 i cinefili. A condurre il programma saranno Ilenia Pastorelli che recentemente ha vinto il David di Donatello come migliore attrice per il film rivelazione Lo chiamavano Jeeg Robot e Fabrizio Biggio, per anni in coppia con Francesco Mandelli come I Soliti Idioti. Carlo Verdone alla batteria con Patty Pravo che canta I giardini di Kensington (versione italiana di Walk On The Wild Side di Lou Reed) e l’attrice tedesca Solvi Stubing sono ospiti della prima puntata. Nelle settimane successive arriveranno, le attrici di Gomorra, Cristina Donadio e Patrizia D’Addio con la mitica Nora Orlandi del coro dei 4+4 «una donna straordinaria di 83 anni che ha fondato il famoso gruppo vocale ed è ancora arrabbiata perché erano tutti maschilisti», racconta Giusti che nel magazine propone confronti su cinema d’autore e super pop.
Scenografia con i flani dei film introvabili, ritagliati negli anni. “Stracult“, spiega il critico, «nasce dalla passione per il cinema degli anni 60 e 70 e voglio dire il cinema tutto, nel suo insieme, senza snobismo: quello d’autore, dei divi e dell’ultimo ignoto caratterista. Non dimentichiamoci che molti film italiani e molti dei nostri registi sono stati più amati all’estero che in Italia. Sergio Leone è stato un visionario, ha reinventato il western, ma lo hanno capito prima gli americani. Una volta l’estate c’era una programmazione ricca in città e anche nelle arene, quando eri in vacanza potevi recuperare i film persi durante l’anno. Oggi il cinema di genere, popolare, quello che creava un legame forte col pubblico, è sparito. Era il cinema preferito dalla gente che ha pianto la morte di Bud Spencer. Quei film che incassavano miliardi, spariti dal grande schermo, sono stati sostituiti dalle serie tv. Gomorra è il nuovo cinema di genere e il piccolo schermo crea un nuovo divismo: gli attori sono amatissimi».
Scenografia con i flani dei film introvabili, ritagliati negli anni. “Stracult“, spiega il critico, «nasce dalla passione per il cinema degli anni 60 e 70 e voglio dire il cinema tutto, nel suo insieme, senza snobismo: quello d’autore, dei divi e dell’ultimo ignoto caratterista. Non dimentichiamoci che molti film italiani e molti dei nostri registi sono stati più amati all’estero che in Italia. Sergio Leone è stato un visionario, ha reinventato il western, ma lo hanno capito prima gli americani. Una volta l’estate c’era una programmazione ricca in città e anche nelle arene, quando eri in vacanza potevi recuperare i film persi durante l’anno. Oggi il cinema di genere, popolare, quello che creava un legame forte col pubblico, è sparito. Era il cinema preferito dalla gente che ha pianto la morte di Bud Spencer. Quei film che incassavano miliardi, spariti dal grande schermo, sono stati sostituiti dalle serie tv. Gomorra è il nuovo cinema di genere e il piccolo schermo crea un nuovo divismo: gli attori sono amatissimi».
Studio affollato, con The Pills (Matteo Corradini, Luigi Di Capua e Luca Vecchi), Maccio Capatonda, Herbert Ballerina e Nino Frassica che propone i suoi sketch («Mi ha scelto, sono due anni che sta col nostro gruppo e mi fa immensamente piacere», dice Giusti), Stracult ospiterà, tra gli altri, Gabriele Mainetti con Fabio Testi, la pornostar Valentina Nappi con Daniela Poggi e mCatherine Spaaka anche Enrica Bonaccorti, Claudio Amendola con Claudio Bonivento, Gigi e Andrea. «Mi piace l’idea del salotto “schizofrenico”, in cui c’è spazio per tutti e tutti possono confrontarsi.
Faremo sei puntate in studio e due speciali dalla Mostra di Venezia» racconta Giusti «poi dal 16 settembre arriverà Stracult 2.0 e andremo in onda tutto l’anno il venerdì. Con me tornerà Andrea Delogu».
Repubblica