Tedua e la sua “Divina commedia”, un personale viaggio dall’inferno al paradiso

Tedua e la sua “Divina commedia”, un personale viaggio dall’inferno al paradiso

E’ uscito il nuovo album di Tedua, e con il suo terzo lavoro il rapper punta davvero in alto con un progetto ambizioso e ricco. “La Divina Commedia” non cita solo il capolavoro di Dante nel titolo, ma è un progetto caratterizzato da un susseguirsi di riferimenti letterari e all’universo dantesco, che si intersecano e sovrappongono a vicende personali, citazioni prese dal suo passato e dal suo repertorio artistico. Tantissimi i feat di prestigio, senza contare che direttore creativo del lavoro è il fotografo David LaChapelle. Nei primi giorni di uscita l’album è immediatamente schizzato in vetta alle classifiche di streaming, piazzando oltretutto tutti i suoi brani in quelle dei singoli.

Tedua ha deciso di giocare pesante. Indicato da più parti come uno dei talenti più puri della scena rap-trap, in particolare del sottogenere drill, ha deciso di dimostrare le sue potenzialità in un album dal respiro internazionale. Un lavoro capace di mischiare alta letteratura e racconto urban, dove i riferimenti letterari sono il gancio al quale attaccarsi per raccontare la propria storia.

I featuring dell’album “La Divina Commedia” vanta la presenza di featuring con colonne del rap come Gue, Marracash, Salmo, ma coinvolge anche rappresentanti della nuova scuola come Bresh, Geolier, Lazza, Rkomi e Sfera Ebbasta, fino alle nuove leve come Baby Gang, BNKR44 e Kid Yugi. Ma Tedua guarda anche fuori dalla scena urban e così troviamo anche Federica Abbate, unica donna e una delle cantautrici contemporanee più amate. La parte musicale è stata invece quasi interamente supervisionata da Shune, Chris Nolan e Dibla con la partecipazione di altri nomi eccellenti alle produzioni: Charlie Charles, Sick Luke, Night Skinny, Zef, Daves.

Il tema de “La Divina Commedia” Dopo il viaggio di formazione esplorato con l’album d’esordio “Orange County California”, in cui l’artista si identifica con il protagonista di O.C. Ryan Atwood che da Chino (Cogoleto per Tedua) arriva alla contea di Orange County (Milano), e dopo “Mowgli”, dove racconta la sua vita nella “giungla urbana” di una grande metropoli, per il terzo progetto Tedua sceglie l’immaginario della Divina Commedia, in un viaggio tra le terre dantesche, dalle voragini dell’inferno fino all’ascesa al paradiso. L’album è stato anticipato da “Intro La Divina Commedia”, che si apre con la giovane voce di Tedua quattordicenne che si cimenta con le prime rime, ma lascia subito il posto a barre taglienti, che impostano il tono per un crescendo emotivo in cui l’immaginario dell’artista non si risparmia: dall’infanzia travagliata, alle esperienze di strada, fino al senso di rivalsa.

Il progetto creativo di LaChapelle Entrambe le cover de “La Divina Commedia”, la prima ispirata al purgatorio e la seconda all’inferno, sono state scattate dal fotografo e direttore creativo David LaChapelle, uno dei nomi più importanti della fotografia contemporanea. Scoperto da Andy Warhol, Lachapelle è uno dei fotografi che più ha segnato l’immaginario pop attuale, avendo realizzato scatti iconici per artisti del calibro di Madonna, Tupac Shakur, Lana Del Rey, Eminem, Lady Gaga, Nicki Minaj, Kanye West, Rihanna, Travis Scott e attori come Leonardo di Caprio, Uma Thurman, Elizabeth Taylor, River Phoenix e molti altri. Nella realizzazione della prima cover, “Purgatorio”, il visionario fotografo si sarebbe ispirato alle incisioni del poeta e pittore britannico William Blake (1757-1827), autore di una delle più celebri illustrazioni della Divina Commedia, caratterizzate dai movimenti circolari e vorticosi. In particolare “The Lovers Whirlwind” è l’illustrazione che più ha ispirato il fotografo, in una composizione in cui i corpi purificati dal peccato ascendono verso il Paradiso. Scattata lungo le pendici di un vulcano hawaiiano, la copertina “Inferno” ritrae Tedua con un completo da lavoro dilaniato, che sembra attraversare un girone infernale, in un paesaggio quasi lunare dove una figura spettrale lo trattiene al luogo e contemporaneamente si trattiene a lui stesso. Si tratta di una particolare scultura futuristica 3D, che sembra quasi rappresentare le braccia delle anime dei peccatori, che cingono il cantante mentre sta attraversando l’Inferno.

Il progetto creativo di LaChapelle Entrambe le cover de “La Divina Commedia”, la prima ispirata al purgatorio e la seconda all’inferno, sono state scattate dal fotografo e direttore creativo David LaChapelle, uno dei nomi più importanti della fotografia contemporanea. Scoperto da Andy Warhol, Lachapelle è uno dei fotografi che più ha segnato l’immaginario pop attuale, avendo realizzato scatti iconici per artisti del calibro di Madonna, Tupac Shakur, Lana Del Rey, Eminem, Lady Gaga, Nicki Minaj, Kanye West, Rihanna, Travis Scott e attori come Leonardo di Caprio, Uma Thurman, Elizabeth Taylor, River Phoenix e molti altri. Nella realizzazione della prima cover, “Purgatorio”, il visionario fotografo si sarebbe ispirato alle incisioni del poeta e pittore britannico William Blake (1757-1827), autore di una delle più celebri illustrazioni della Divina Commedia, caratterizzate dai movimenti circolari e vorticosi. In particolare “The Lovers Whirlwind” è l’illustrazione che più ha ispirato il fotografo, in una composizione in cui i corpi purificati dal peccato ascendono verso il Paradiso. Scattata lungo le pendici di un vulcano hawaiiano, la copertina “Inferno” ritrae Tedua con un completo da lavoro dilaniato, che sembra attraversare un girone infernale, in un paesaggio quasi lunare dove una figura spettrale lo trattiene al luogo e contemporaneamente si trattiene a lui stesso. Si tratta di una particolare scultura futuristica 3D, che sembra quasi rappresentare le braccia delle anime dei peccatori, che cingono il cantante mentre sta attraversando l’Inferno.

Torna in alto