Dopo essere stata sincera su gravidanza e parto, l’attrice lo è anche sull’allattamento mentre si lavora: «So che molte donne non sono in grado di farlo e per questo sono molto grata. Sono stati sei mesi meravigliosi, ma avevo bisogno di una pausa»
Hilary Duff, 31 anni, mamma di due dallo scorso autunno, ha scritto un lungo post per dire la sua sull’allattamento, raccontando la sua esperienza di «mamma che lavora». L’attrice ha spiegato di avere appena smesso di allattare la figlia Banks Violet Bair, 6 mesi, perché per lei era diventato complicato farlo sul set del suo show televisivo, Younger.
«Sono una mamma lavoratrice di due. Il mio obiettivo era quello di allattare la mia bambina fino a sei mesi e poi decidere se io (e lei, ovviamente) avessimo intenzione di andare avanti. Lasciate che ve lo dica: “allattare o usare il tiralatte mentre si lavora fa schifo“. Io ho avuto zero tempi morti e di solito lo facevo mentre quattro mani si occupavano del trucco e dei capelli, per prepararmi per la scena successiva con molte altre persone intorno». L’attrice ha spiegato di aver provato anche con un tiralatte elettrico, ma neanche in quel caso ha funzionato («con quella macchina ho avuto dei “dialoghi” tra mezzanotte e le tre del mattino… sento ancora in testa quel rumore metallico»).
Duff, che è anche mamma di Luca Cruz, quasi 7, ha rivelato di non avere avuto questi problemi col primo figlio (avuto con l’ex marito Mike Comrie): «Con Luca non ho lavorato fino al nono mese, quindi avevo usato il tiralatte molto poco. La fornitura di latte diminuisce drasticamente quando si allatta al seno meno spesso, e si perde la connessione con il bambino, è frustrante». Nonostante le difficoltà, l’attrice è contenta di aver allattato: «Mi sono sentita così fortunata per essere stata così vicina alla mia bambina, è stato uno splendido inizio. So che molte donne non sono in grado di farlo e per questo sono molto grata. Per sei mesi meravigliosi. Ma avevo bisogno di una pausa. Stavo per avere un crollo. Con lo stress del calo del latte e con un bambino che stava diventando nervoso». E ancora: «Ero triste e frustrata, mi sentivo sempre un fallimento. Quando, invece, sono davvero una rockstar. Tutte le mamme sono delle super donne». Non va dimenticato, sostiene.
Banks è nata in casa, un parto in acqua tra le mura domestiche. «Il travaglio è durato molto a lungo», ha spiegato di recente Hilary, «prima che arrivasse il momento di iniziare a spingere. Avevo paura, poi, che avrei provato un dolore estremo, ma non è stato così». Certo, non è stata nemmeno una passeggiata. Ad averla tenuta sollevata all’interno della vasca sono state le ostetriche e il fidanzato Matthew Koma: «Ero talmente concentrata a spingere che non potevo reggermi da sola». Appena Banks è nata era blu, perché come molti neonati non è riuscita immediatamente a respirare. Ma mamma Hilary non si è spaventata: «Era successo anche con Luca». Infine, ha tenuto la bambina per la prima volta tra le braccia: «Si è allungata verso il mio collo, come per abbracciarmi. Mi ha fatto sentire come se mi stesse dicendo: “Ottimo lavoro, mamma, ce l’abbiamo fatta”».
Con Koma, professione musicista, è amore dall’inizio del 2017. Hilary non è stata sincera solo su parto e allattamento, lo era stata anche durante la gravidanza: «La pancia è grande, il seno è grande, il corpo è grande… Le mamme, per amore, fanno apparire tutto semplice, come se la fatica non esistesse, ma è difficile da morire, nonostante sia tutto incredibilmente speciale».
Stefania Saltalamacchia, Vanity Fair