Nils Hartmann risponde al dj (“Da lì canzoni inutili e pochi personaggi”): “Noi ci crediamo, non tutti scelgono di diventare Francesca Michielin”
Dietro tanti successi di Sky Italia c’è il 49enne Nils Hartmann, che come direttore delle produzioni originali ha firmato serie tv cult come Romanzo criminale, l’In Treatment italiano, Gomorra, 1992 e The Young Pope. Ed è sempre lui il produttore di MasterChef, Italia’s Got Talent, Edicola Fiore, E poi c’è Cattelan e X Factor. Proprio su questo programma si sono sollevate le critiche di Linus, direttore di Deejay, radio partner del talent nelle ultime edizioni, ora sostituito da Rtl 102.5.
In un’intervista a La Stampa, Linus ha definito X Factor di essere un ottimo programma tv, debole però dal punto di vista della proposta musicale. «Io sono invece convinto che i due aspetti si muovano sullo stesso piano – è la replica di Hartmann -. Intanto non è vero che oltre a Marco Mengoni e Francesca Michielin da XF non sia uscito nessuno. Penso a Lorenzo Fragola, Chiara, Michele Bravi, Urban Strangers… Se gli Street Clerks fanno un percorso diverso dalla Michielin, non deve passare il messaggio che sono dei falliti».
Per Hartmann «XF è un’opportunità. Ci sono ragazzi che mettono in gioco un sogno e noi li rispettiamo. Non li mettiamo alla berlina come fanno altri format all’estero». Forse il problema è successivo, allora, nasce quando si affronta il mercato discografico: «Stiamo comunque parlando di 12 dischi d’oro e 16 di platino. E non solo di Mengoni e Michielin. Certo ci devi credere. Dice Linus che non ricorda “chi ha vinto l’anno scorso”, io dico che i Soul System sono stati ospiti della sua radio prima, durante e dopo la vittoria. Noi ci crediamo, evidentemente Linus non ci credeva come noi. Peccato l’abbia detto solo cinque giorni dopo aver chiuso la partnership. Rtl ha dimostrato un entusiasmo diverso».
Insomma, nessuna dichiarazione di guerra, ma nemmeno porte spalancate: Hartmann si siederà a un tavolo per discutere con Linus di un eventuale passaggio di Deejay Chiama Italia a Sky Uno? «Non c’è proprio il tavolo», la risposta. Il tavolo potrebbe esserci, invece, per Fabio Fazio, che ha qualcosa più di un piede fuori dalla Rai. «Non c’è nessuna trattativa – sottolinea Hartmann -, ma nel caso in cui Fazio fosse libero, siamo disponibili a discutere con lui. Ma come noi lo faranno altri».
Al festival di Dogliani si è parlato di «Rinascimento della fiction italiana» e come serie tv fondamentali sono state indicate Romanzo Criminale, Gomorra e The Young Pope: «Mi fa piacere che si parli di Rinascimento – osserva – il prossimo anno saranno dieci anni dalla messa in onda di Romanzo criminale. A suo modo, è un classico». Da allora l’asticella è stata ulteriormente alzata: «Siamo diventati un sistema industriale. Arriverà la terza stagione di Gomorra, 1993 va in onda dal 16 maggio, abbiamo chiuso In Treatment 3. Tutto ciò ci rende orgogliosi: ora vogliamo tenere uno standard alto. Romanzo criminale lo abbiamo chiuso alla seconda stagione, perché noi andiamo avanti solo se siamo sicuri che la stagione dopo può reggere il confronto con la precedente. Finora i risultati ci hanno dato ragione».
All’orizzonte non mancano comunque le novità: Paolo Sorrentino sta scrivendo The Young Pope 2 e un autore nuovo si affaccerà sul mondo Sky: «Faremo una serie firmata da Niccolò Ammaniti. Per ora non voglio aggiungere altro». Allora aggiungiamo noi che la serie ci chiamerà The Miracle e che sarà realizzata con la Wildside (quelli di 1992 e 1993, The Young Pope e In Treatment).
Intanto Hartmann si gode il successo di Epcc ed Edicola Fiore: «Per Alessandro Cattelan abbiamo costruito un abito su misura, che è il suo Late Night Show, un approdo naturale di cui siamo felici; Fiorello è un fuoriclasse, il più grande entertainer che ci sia in Italia». Ma si può ipotizzare un Late Night con Fiorello? «E come fai? La sera va a dormire alle nove e mezza. Va bene così: Fiore apre la giornata, Cattelan la chiude».
La Stampa