La 62esima edizione della gara canora va in onda da Kiev. Si parte il 9 maggio. Gran finale sabato 13 con il nostro Stefano Gabbani, dato tra i favoriti
i siamo: questa sera si inaugura a Kiev, in Ucraina, la 62esima edizione dell’Eurovision Song Contest (9 e 11 maggio, Rai 4, ore 20,50, con il commento di Andrea Delogu e Diego Passoni). Il nostro Francesco Gabbani, che gareggia ovviamente per l’Italia, è dato tra i favoriti, insieme ai cantanti di Bulgaria e Svezia. Ma per la sua esibizione dovremo attendere la finale di sabato 13 maggio, che andrà in onda su Rai 1, a partire dalle 20.35, con commento di Flavio Insinna e Federico Russo. L’Italia, infatti, accedere di diritto alla finale perché fa parte dei Big Five, ovvero dei cinque Paesi che hanno per primi supportato economicamente l’Unione europea di radiodiffusione e, nel caso dei primi tre, fondato la gara canora: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna. Non lo sapevate? Male! Perché questa, che è una delle regole auree dell’Eurovision Song Contest, la conoscono tutti in Europa. Forse, allora, è il caso di fare un veloce ripasso sull’ESC, prima di goderci la gara di questa sera.
L’origine – Quando venne l’idea di organizzare un concorso canoro internazionale, l’Europa soffriva ancora delle ferite della guerra e la televisione stava muovendo i primi passi. Ma la neonata Unione Europea di Radiodiffusione (l’attuale UER) era alla ricerca di un programma televisivo che potesse coinvolgere diverse nazioni, le stesse che si erano massacrate solo pochi anni prima, e dunque capace di cementare un sentimento di unione tra i popoli. Chi meglio dell’Italia poteva allora fare da modello? Il Festival di Sanremo, infatti, era già noto e al giornalista Sergio Pugliese venne in mente di puntare su una gara canora simile e da trasmettere simultaneamente in tutti i Paesi coinvolti. Il 19 ottobre 1955 a Roma si stabilì la data in cui avrebbe preso il via il Gran Premio Eurovisione della Canzone, in inglese Eurovision Song Contest.
La prima edizione – Fu Lugano, in Svizzera, a ospitare la prima edizione dell’ESC. I Paesi partecipanti furono solo sette: Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio, Germania dell’Ovest, Francia, Svizzera e l’Italia. Regno Unito e Danimarca non rispettarono i termini per l’iscrizione e furono escluse, pur trasmettendo comunque il programma. Vinse la Svizzera. La regola che il Paese vincitore deve ospitare l’evento l’anno successivo non era ancora in vigore, per cui la seconda edizione si tenne a Francoforte sul Meno e in gara entrarono anche Danimarca, Regno Unito e Austria.
Le presenze (e le assenze) italiane) – La prima volta in cui l’Italia decise di non partecipare alla gara fu il 1981. Cosa che si ripeté l’anno seguente. Nuove assenze del Bel Paese si registrarono nel 1986, nel 1994 e nel 1995. Finché, la Rai decise di non partecipare più dall’edizione del 1998 e da quel momento nel nostro Paese ci si dimenticò che c’era un’Europa delle Nazioni che si ritrovava gioiosamente per gareggiare a colpi di canzoni. Bisognerà attendere 14 anni prima che l’Italia decida di calcare di nuovo il palco dell’Eurofestival (come è stata chiamata per anni la gara qui da noi).
Le vittorie italiane – L’Italia ha vinto solo due volte: la prima vittoria data 1964, quando a Copenaghen Gigliola Cinquetti sbaraglia tutti i concorrenti con la sua Non ho l’età. La seconda, 28 anni dopo, con Toto Cutugno, che a Zagabria vince con Insieme: 1992. Come vuole il regolamento, il Paese vincitore deve organizzare l’edizione seguente, pertanto nel 1965 la Rai sceglie di allestire il palco a Napoli, dove vince il Lussemburgo. Nel 1991 tocca a Roma, edizione purtroppo ricordata dai commentatori dell’epoca come disastrosa per disorganizzazione e approssimazione.
La selezione della canzone – Il Festival di Sanremo ha spesso rappresentato la gara di preselezione italiana all’ESC. Dal 1956 al 1966, per regolamento, la canzone vincitrice di Sanremo ha rappresentato l’Italia (ciò è successo anche nel 1972, 1997, 2013, 2015 e nel 2017). Dal 1967 al 1969, e poi nel 1987, 1989 e 1993, l’interprete vincitore del Festival ha presentato una canzone inedita. Nel 1988, 1990 e 1992 sono invece i cantanti secondi o terzi classificati del Festival a partecipare all’ESC con una canzone inedita. Nella prima metà degli anni ’70 le partecipazioni italiane sono collegate non più al Festival di Sanremo ma a Canzonissima. Per quanto riguarda l’edizione 1984, invece, Franco Battiato e Alice partecipano in quanto vincitori della manifestazione Azzurro 1983. Nel 2011 e nel 2012 parteciano all’ESC i vincitori della sezione Giovani dei Sanremo di quegli anni: Raphael Gualazzi e Nina Zilli. Nel 2013 tocca a Marco Mengoni, vincitore di quel Sanremo, mentre nel 2014 la Rai sceglie Emma, e nel 2015 Francesca Michielin, dopo che i vincitori di Sanremo, gli Stadio, declinano.
La canzone di quest’anno – Francesco Gabbani porta sul palco dell’ESC di Kiev la canzone con la quale ha vinto Sanremo: Occidentali’s Karma. Per ragioni di tempo, Gabbani ha dovuto accorciare la canzone. Purtroppo, la parte sacrificata è quella forse più interessante del testo: “Nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo / Intellettuali nei caffè /Internettologi /Soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi” e anche “Piovono gocce di Chanel / Su corpi asettici / Mettiti in salvo dall’odore dei tuoi simili / Tutti tuttologi col web / Coca dei popoli / Oppio dei poveri”.
Lo slogan – Quello di quest’anno è Celebrate diversity (“celebrate, festeggiate la diversità”), riferito sia alla storia dell’ESC, che è celebrazione dell’incontro di culture e tradizioni, sia al periodo in cui viviamo, dove c’è chi respinge a priori la diversità invece di accoglierla e comprenderla.
Giuria e televoto – Dal 2016 il regolamento è cambiato: i punteggi vengono dati per metà dalle giurie di ciascun Paese e per l’altra metà dal televoto. Quest’anno gareggiano 42 Paesi (dopo il ritiro della Russia). Nelle prime due serate gareggeranno in totale 36 canzoni. Il voto della giuria e il televoto stabiliranno i 20 finalisti, che si aggiungeranno ai Big Five e alla canzone del Paese ospitante, di diritto in finale. In ogni classifica la prima canzone prenderà 12 punti, la seconda 10, la terza 8, e poi a scalare, da 7 punti a 1 punto. Sommando i punti ottenuti da tutte queste classifiche si decreterà la canzone vincitrice. Per votare la propria canzone preferita si può chiamare il numero 894222 o inviare un SMS al 4754750 con scritto il codice del Paese che si intende votare. I costi del televoto: da utenza telefonica fissa si pagano 0,51 €. Da utenza telefonica cellulare, invece, i costi sono così suddivisi: 0,50 € per TIM, Wind e PosteMobile, 0,51 € per Vodafone e H3G.
Gli hashtag – I team creativi dell’Eurovision e di Twitter hanno creato insieme 3 emojis, che accompagneranno specifici hashtag promozionali esclusivamente per l’Eurovision. Il simbolo dell’Eurovision, il cuore, apparirà per #ESC2017 e #Eurovision, il simbolo dei vincitori (il microfono di cristallo) apparirà per #12Points e #douzepoints, mentre l’ultimo emoji avrà il logo di questa edizione e apparirà per #CelebrateDiversity, ossia lo slogan dell’edizione di quest’anno.
L’esclusione della Russia – La cantante Julija Samojlova è stata selezionata per rappresentare la Russia nella competizione con il brano Flame is burning. Tuttavia, il 22 marzo 2017 è stato rilasciato un divieto di accesso sul territorio ucraino nei suoi confronti di una durata di tre anni per aver attraversato illegalmente il confine ucraino in occasione di un’esibizione in Crimea. È la prima edizione dove lo Stato organizzatore non permette ad un’artista di entrare nel Paese.