RAI, CAMPO DALL’ORTO: “A GIUGNO I PALINSESTI”. BONOLIS? “MI PIACEREBBE, È UN FUORICLASSE”

RAI, CAMPO DALL’ORTO: “A GIUGNO I PALINSESTI”. BONOLIS? “MI PIACEREBBE, È UN FUORICLASSE”

Intervistato da Giovanni Minoli al festival della tv e dei nuovi media di Dogliani, il direttore generale della Rai parla di politica, di palinsesti, di canone. E di Renzi: “Capace di innovare, ma avere un confronto continuo con lui è difficile”

Il faccia a faccia tra Giovanni Minoli e il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto al festival della tv e dei nuovi media a Dogliani si trasforma in duello. Un ping pong serrato, in cui Minoli ripropone anche il video dell’intervista in cui Matteo Renzi, ospite a Dogliani tre anni fa, lodava Enrico Letta. “Ha parlato bene anche di lei, Campo Dall’Orto, come si sente?”. “Io farò il mio lavoro per tre anni” risponde il direttore generale della Rai. Poi l’ex conduttore di Mixer gli chiede cosa apprezza del premier e cosa non gli piace. “Di Renzi – replica Campo Dall’Orto – la caratteristica che più mi piace è la capacità di innovazione in un Paese che ne ha bisogno, e il coraggio di portala avanti. Quella che mi piace meno è la difficoltà di accesso al suo tempo, la possibilità di avere un confronto continuo con lui su temi importanti”. Difficile capire dove andrà la Rai, la linea editoriale è nebulosa. In nove mesi non si sono visti grandi cambiamenti. Campo Dall’Orto dice che stanno lavorando ai palinsesti, che saranno presentati a giugno agli investitori. Se è sacra la difesa del servizio pubblico, un occhio però va all’Auditel e al mercato, visto che potrebbe arrivare a viale Mazzini Paolo Bonolis. Alla domanda: arriverà Bonolis in Rai?, Campo Dall’Orto risponde: “È un fuoriclasse della tv, certo che lo vorrei, e anche Maurizio Crozza. L’ho scoperto io. Sono tutti nomi che stanno nell’Olimpo di quelli bravi”. L’informazione resta centrale, spiega che il caso dell’intervista al figlio di Totò Riina aPorta a porta “è stato un vulnus” e che “La liberatoria andava firmata prima dell’intervista, non dopo”. “Il direttore di RaiUno Andrea Fabiano sta organizzando il palinsesto nuovo” dice: “Non ci sarà solo Bruno Vespa, stiamo valutando una serie di nomi. Su RaiDue si sta lavorando a un programma nuovo con Nicola Porro, e ancheBallarò verrà ripensato. Non sono contro i talk ma devono solo trovare la loro forma. Su Ballarò stiamo decidendo, abbiamo in mente dei nomi”. Esclude però che a condurre la trasmissione possano essere Andrea Vianello o Alessandro Cattelan. Insiste che la Rai vale i soldi del canone: “Un canone di 100 euro all’anno, poco più di otto euro al mese, è alla portata di tutti, è meno di un caffè al giorno. Averlo abbassato e messo in bolletta è una cosa giusta. La Rai questi soldi li vale, starà a noi ora dare valore a quei 100 euro. Penso che il canone che si abbassa e mira al recupero dell’evasione fiscale è una cosa giusta e condivisibile. Il canone della Rai è il più basso di tutti a livello europeo – ha aggiunto – Il servizio pubblico ha bisogno di risorse certe. È importante che il governo abbia avviato le consultazioni sul rinnovo del contratto di servizio perché da questo dipende il futuro della Rai per i prossimi cinque, dieci anni. La tv ha vissuto un momento estremamente difficile, era vista come elemento di distorsione prima dell’arrivo di Internet. Per lungo periodo è stata vista come una maestra cattiva, oggi ha la possibilità di riscattarsi, essere elemento di unione e inclusione. Il rinnovo della concessione deve essere l’occasione per definire la sua missione”. Minoli gli chiede conto dei 13mila dipendenti: “Cosa fanno se a produrre sono soprattutto gli esterni? Perché un programma come Che tempo che fa, per carità bellissimo, in cui però si fanno tre interviste, non può essere prodotto internamente?”. Campo Dall’Orto dice che la Rai deve diventare “più attrattiva”, in questo rientra il cambiamento della presentazione  delle fiction “perché non può valere più solo la sceneggiatura, ma, come insegnano le serie americane conta l’immagine. Però  non conta solo l’ascolto, ho confermato due serie come Tutto può succedere e È arrivata la felicità che pure non avevano dato risultati altissimi, perché sono due serie in cui credo”.

Repubblica

 

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