L’artista, candidata come Miglior attrice protagonista nella plurinominata pellicola Everything Everywhere All At Once, avrebbe violato il Regolamento dell’Academy per aver condiviso alcuni paragrafi di un articolo di Vogue che confronta la sua potenziale vittoria, che le “cambierebbe la vita”, a quella di Cate Blanchett, nominata nella stessa categoria per Tár ma già vincitrice di “due Oscar” e, dunque, in corsa per un premio non necessario
Una nuova polemica ha travolto le ultime ore delle votazioni per i Premi Oscar. Michelle Yeoh, protagonista del plurinominato Everything Everywhere All At Once, ha condiviso su Instagram, e poi subito cancellato, alcuni paragrafi di un articolo di Vogue, intitolato Sono più di due decenni che non abbiamo come vincitrice una Miglior attrice non bianca. Cambierà nel 2023?, che paragonano la potenziale vittoria di Yeoh nella cerimonia attesa il 12 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles a quella di Cate Blanchett, candidata nella stessa categoria per l’interpretazione nel film Tár. In particolare, l’attrice ha riportato che “i detrattori direbbero che quella di Blanchett è la performance migliore – la veterana della recitazione è, indiscutibilmente, incredibile nei panni della prolifica direttrice Lydia Tár – ma va notato che ha già due Oscar (come Miglior attrice non protagonista per The Aviator nel 2005, e Miglior attrice per Blue Jasmine nel 2014). Un terzo forse confermerebbe il suo status di veterana dell’industria ma, considerando il suo ampio e impareggiabile corpo di lavoro, abbiamo ancora bisogno di ulteriori conferme?”. La rivista prosegue: “Invece, a Yeoh, un Oscar cambierebbe la vita: il suo nome sarebbe per sempre preceduto dalla descrizione “vincitrice di un Academy Award”, e dovrebbe risultare nell’ottenere parti più sostanziose, dopo un decennio nel quale è stata criminalmente sottovalutata a Hollywood”.
UN PRECEDENTE A LIETO FINE
Il post di Yeoh avrebbe violato l’articolo 11 del Regolamento dell’Academy, che vieta espressamente di fare riferimento agli altri candidati per divulgare campagne promozionali di vittoria personale. Il comportamento dell’attrice ha ricordato la vicenda di Andrea Riseborough, la protagonista del film “low budget” To Leslie nominata a sorpresa nella cinquina delle Migliori attrici protagoniste accanto a Michelle Yeoh, Cate Blanchett, Ana de Armas e Michelle Williams. La candidatura per il ruolo interpretato in una pellicola distribuita in poche sale negli Stati Uniti e mai promossa in maniera massiccia, come invece accade solitamente alle altre produzioni in corsa per gli Oscar, aveva sollevato il sospetto di presunte irregonalità nella campagna promozionale per la violazione di alcune regole imposte dall’Academy. La candidatura di Riseborough aveva infatti ricevuto il supporto a costo zero, apparentemente concordato sulla base di reti di conoscenze, di diverse celebrità, incluse Cate Blanchett, Kate Winslet e Gwyneth Paltrow, mentre l’account ufficiale del film aveva condiviso un post, poi cancellato, con un estratto dei dieci migliori film dell’anno del critico Richard Roeper sulla performance in Tár di Blanchett. Nonostante le polemiche, l’Academy non aveva revocato la candidatura di Riseborough, e la decisione di allora farebbe oggi ben sperare anche per il destino di Yeoh. Se la corsa all’Oscar non fosse compromessa e l’attrice vincesse la statuetta, diventerebbe così la seconda donna non bianca e la prima persona di origine asiatica a conquistare il titolo di Migliore attrice.