Dazn, un big presente in 25 Paesi che dà lavoro a 3mila addetti

Dazn, un big presente in 25 Paesi che dà lavoro a 3mila addetti

Dazn (nella foto, il Ceo per l’Italia Stefano Azzi) è la prima piattaforma globale di streaming sportivo e detiene i diritti per oltre 700 eventi sportivi live e on-demand di tutto il mondo. Ogni anno trasmette in live streaming un miliardo di ore di eventi sportivi in oltre 200 territori in tutto il mondo, più di 2.250 eventi sportivi in diretta in media al mese. Con sede nel Regno Unito, è stata lanciata nel 2016 in Germania, Austria, Svizzera e Giappone. L’anno successivo è stata la volta del Canada, mentre nel 2018 è approdata in Italia e nel 2019 in Spagna. I dipendenti sono circa 3mila in 25 Paesi. Una partita, quello dello streaming live, che Dazn sta giocando con ottimi risultati anche in Europa. La piattaforma, infatti, ha acquisito i diritti delle più prestigiose leghe calcistiche consentendo ai tifosi di guardare le partite su qualsiasi dispositivo interattivo, smart TV, tablet, pc e smartphone. In Italia trasmetterà tutta la Serie A Tim in Italia dal 2021 al 2024, diventando il principale broadcaster della competizione. Un accordo storico, con cui Dazn metterà in onda 266 partite (7 a giornata) di Serie A in esclusiva e un totale di 114 partite (3 a giornata) in co-esclusiva. Si tratta del più importante accordo di streaming sportivo mai realizzato in Europa. Anche con la Bundesliga tedesca è stato raggiunto un accordo sui diritti tv fino al 2025 per le partite del venerdì e della domenica (106 match in totale) da trasmettere in Germania, Austria e Svizzera. Il player ha inoltre acquisito i diritti della Liga spagnola dal 2022 al 2027. A partire dal prossimo campionato trasmetterà 5 partite (le altre 5 Movistar) per 35 delle 38 giornate. Una digitalizzazione del mondo del calcio a cui Dazn ha contribuito, solo in Italia, investendo 10 milioni di euro per triplicare l’infrastruttura attraverso «Dazn Edge», tecnologia studiata per distribuire il traffico in maniera ottimale durante i picchi di connessioni.

Igor Maria Savino, Il Giornale

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