L’attrice è la sorella di un camorrista in “John Wick 2”, successo hollywoodiano che ora arriva in Italia
Ma è proprio la Jessica di ‘O famo strano la distinta signora con camicetta di pizzo Sangallo beige, gorgiera da monaca e gonna longuette, che spiega come e perché ha interpretato il film del momento, John Wick 2 (dal 16 marzo), tutto azione, sangue e spari? Nonostante i capelli raccolti e il tono da ultraquarantenne per bene, Claudia Gerini – due figlie, Rosa, 12 anni, nata dall’ex-marito Alessandro Enginoli e Linda, 6, figlia dell’ex-compagno Federico Zampaglione – è ancora lei: disinvolta, diretta e molto ironica.
Quella che tutti ricordano mentre mangia la banana, coprendosi la bocca con pretesa signorilità. Per fortuna: non capita tutti i giorni di fare passerella a Hollywood accanto a Keanu Reeves, star della pellicola diretta da Chad Stahelski e ora al terzo posto nella classifica Usa. Qui l’attrice romana interpreta Gianna Marchesi, sorella ingombrante d’un camorrista (Riccardo Scamarcio, al suo ennesimo ruolo mariuolo) che desidera farla fuori: lei sta prendendo il controllo della malavita in Italia e lui non ci sta. Nientedimeno… «Eppure è stato Scamarcio a propormi per questa parte», rivela Claudia, che nel film ha poche battute, ma parla più lei del terribile killer Keanu Reeves.
Com’è arrivata sul set di John Wick 2?
«Il regista mi aveva vista a teatro, quando mi esibivo con Storie di Claudia e gli era piaciuta la mia verve, mentre raccontavo il mio personale red carpet. Adesso te lo propongo io un red carpet, mi ha anticipato. Poi ho fatto un provino surreale a Cinecittà: venivo dal palcoscenico del teatro e avevo la testa piena di parole. Purtroppo Stahelski ha tagliato la scena in cui si capisce che tra me e John Wick c’è stato un legame sentimentale, anche foriero di un paio di figli».
Come giudica John Wick, un antieroe o un killer assetato di sangue?
«Per me Wick è un antieroe, non uno che semina soltanto cadaveri sulla sua strada. Lo spettatore sta dalla sua parte, nonostante sia un assassino spietato. Ho letto il personaggio come quello di un caro e povero ragazzo che potrebbe dire: Io non sono John Wick. È che mi disegnano così… Wick vorrebbe essere buono, ma nel suo Dna ha rabbia e violenza. E non si sfugge al proprio destino. A un certo punto gli dico pure: Ma non ti eri ritirato? e lui mi risponde: Ci ho provato».
Come si è preparata al ruolo di Gianna, malavitosa che organizza feste a Caracalla?
«Non è stato difficile per me, che vengo dalla danza. Ho ballato, e ancora ballo, così a lungo che immergermi nelle mosse coreografate del film, con tutti quei corpo a corpo ravvicinati, alla Matrix, non è stata un’impresa. Anzi».
Lavorare al fianco di Keanu Reeves è stata una buona esperienza?
«Un’esperienza fantastica: Keanu è un partner di lavoro eccezionale! Innanzitutto, ha una disciplina soldatesca. Era appena arrivato a Roma, dopo un viaggio lunghissimo e gli ho chiesto: Vuoi riposarti?. Lui m’ha risposto: No, adesso mi aspetta qualche ora di training. Ha molta disciplina e forza d’animo. Al di là di questo, mi è sembrata una persona affettuosa e gentile, ma amante della solitudine. Keanu è uno che sta per conto suo: non è il tipo che saltella in giro per il set. Mi ha dato l’impressione di una persona riservata, che ha sofferto molto e che sta al suo posto. Parlando poco».
Dopo aver girato un film hollywoodiano, che cosa resta?
«La sensazione di notti lunghe e fredde. Ma anche una certa calma: i tempi, dato il budget del film, non erano così ristretti e ansiogeni come quando si gira un film italiano, magari con un piccolo budget. E allora ti mettono più ansia, più premura».
Quali progetti ha?
<<Sarò Sara Monaschi nella prima serie originale Netflix italiana, Suburra, diretta da Michele Placido. Una donna forte, ma complessa e piena di sfumature, che deve vedersela con sottili trame di potere. Poi, a settembre uscirà il poliziesco Ammore e malavita dei fratelli Manetti, dove sarò donna Maria, moglie d’un boss camorrista».
Il Giornale