La sua opera autobiografica svelò abusi militari. Fu messa in scena per la prima volta nel 1963 al Living Theatre di New York
All’età di 85 anni è deceduto lo scrittore e drammaturgo statunitense Kenneth Brown, autore dell’acclamato dramma “La prigione”, basato sulle sue esperienze, che racconta la disumanizzazione all’interno di una prigione militare giapponese durante la guerra di Corea.
Nel marzo del 1957 Brown, allora Marines dell’esercito degli Stati Uniti, viene rinchiuso per 30 giorni in una struttura detentiva all’interno del campo militare di Okinawa per insubordinazione. Qui subisce umiliazioni e abusi, ‘materiale’ che userà per la sua piece teatrale, che racconta la vita di 10 marine imprigionati e delle guardie che li brutalizzano. Tornato a casa diventa anarchico e scrive “The Brig”, come in gergo veniva chiamata la prigione, testo drammatico scarno, crudo e violento, che descrive una giornata all’interno del carcere militare, privo di una vera trama, ma estremamente dettagliato nella descrizione della rigidità della struttura militaresca e della brutalità fisica e psicologica che vige fra le sue mura.
Kenneth Brown inviò il testo al Living Theatre, gruppo teatrale d’avanguardia di Julian Beck e Judith Malina, che lo mise in scena per la prima volta nel 1963 a New York. Al debutto lo spettacolo riscosse un enorme successo e, al contempo, provocò grande scandalo. Nel 1964 il regista Jonas Mekas ne ha tratto un omonimo film.
Il testo “La prigione” apparve in Italia nel 1967, tradotto da Ruggero Bianchi e pubblicato da Einaudi nella Collezione di Teatro.
In seguito Brown ha continuato a scrivere per Off Broadway (letteralmente “fuori da Broadway”), ovvero per il teatro statunitense indipendente e alternativo rispetto alle produzioni dei grandi teatri di Broadway.