“Un Baglioni ter? Da domenica pomeriggio inizieremo a pensare al prossimo Festival insieme alla direttrice De Santis e se troveremo anche in Baglioni un interlocutore desideroso di intraprendere un cammino insieme, io assolutamente non escludo un ter. Baglioni ci ha regalato due edizioni di Festival che a mio modo di vedere sono straordinarie”. E’ quanto ha detto l’amministratore delegato Rai, Fabrizio Salini, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se alla luce della raccolta pubblicitaria record di Sanremo 2019 si augurasse un Baglioni ter. “I risultati sono sicuramente molto molto positivi. Il lavoro d’insieme è stato bellissimo e ha portato non solo valore economico ma valore al brand Rai che ha grandissima rilevanza”, ha aggiunto Salini, arrivato a Sanremo per assistere alle due ultime serate del Festival.
NECESSARIA RIFLESSIONE SU COMPENSI – Una “riflessione sui compensi” e sul “contenimento dei costi” è necessaria. L’amministratore delegato Rai risponde così a chi gli chiede se, dopo aver applicato la politica di contenimento dei costi anche ai cachet dei conduttori sanremesi, ora intenda estenderla anche ad altri conduttori, come Fabio Fazio e Bruno Vespa. “Credo che la Rai debba assolutamente intraprendere questo percorso, all’interno di un piano industriale che vedrà l’ottimizzazione dei contenuti e dei prodotti e quindi un utilizzo ancora più virtuoso della nostra offerta. All’interno di questo percorso sicuramente deve entrare la valorizzazione di giovani talenti e questo passa anche attraverso una riflessione sui compensi. Una Rai più plurale e più aperta deve intraprendere questa strada”.
FESTIVAL PLURALISTA PIU’ CHE SOVRANISTA – Sanremo 2019 è un Festival sovranista? “A Sanremo c’è sempre quasi l’esigenza di attribuire un significato politico al Festival di turno. Quest’anno è stata fatto una scelta che era quella di aprire esclusivamente o quasi ad artisti e entertainer italiani. Però da qui a definirlo Festival sovranista ce ne vuole”.
NESSUNA ETICHETTA POLITICA – “Poi questa cosa sta un po’ nel gioco. Però posso garantire – ha aggiunto Salini – che non c’è nessun tipo di etichetta politica. Il mio dovere è sempre e a maggior ragione in un evento come il festival di garantire pluralismo. Anche nelle proposte musicali, nei testi delle canzoni. L’ampiezza e la varietà dell’offerta musicale di questo Festival, anche questo dimostra il pluralismo del Festival. Per me il Festival è anche l’occasione di portare pezzi di racconto attraverso proposte musicali che è difficile normalmente intercettare nella nostra programmazione”.
FESTIVAL CHE PARLA A GIOVANI GENERAZIONI – “Un grandissimo festival”, ha detto l’ad Rai, che assicura “futuro alla Rai” perché riconquista i giovani. “L’atmosfera di questo Festival, finora, l’ho vissuta da spettatore da casa – ha detto Salini – che per chi fa il nostro mestiere è il modo migliore per valutare un prodotto. Stasera lo vedrò dal vivo e avrò ulteriori elementi per valutare. È un grandissimo festival, un Festival che ha aperto ulteriormente la sua platea televisiva. Un Festival che ha parlato ancora di più a quelle giovani generazioni che vogliamo andare a riconquistare. Il dato dell’ascolto dei 15-24enni sopra il 50% ci ha sorpreso positivamente. È un dato importante non solo per il festival ma anche per la Rai, perché vuol dire che abbiamo ancora quel pubblico e quindi il futuro. Amo ripetere che questo è uno dei primi obiettivi che la Rai si deve porre”. Il Festival, ha sottolineato Salini, “ha fatto una proposta molto molto ampia e Baglioni si è dimostrato un grandissimo talento, quello che ho definito una vera e propria perla non solo dal punto di vista musicale. Un talento televisivo, in grado di condurre, di accompagnare, di fare da spalla. Insomma tutte quelle qualità che aveva dimostrato nella prima edizione sono emerse ancor di più”.
E’ LO SPECCHIO DEL PAESE – “Io credo che ci siano stati momenti di satira però non mi è sembrato che questa sia mai andata al di là del lecito. Poi il festival è lo specchio del Paese, inevitabilmente un po’ di attualità c’entra. A mio avviso, sia la satira che le risposte che sono arrivate dalla politica sono state sempre scanzonate. Non attribuirei altri significati a quello che è stato quasi un gioco“.
Antonella Nesi, Adnkronos