I MAGICI ANNI ’20 DI BABYLON-BERLIN

I MAGICI ANNI ’20 DI BABYLON-BERLIN

Apre Berlinale, prima serie tedesca per “affresco epoca” su Sky

BABYLON BERLINEra il locale dedicato a Claretta, la moglie di chi lo aprì dedicandolo alla gioia di ballare, nel 1913. E non poteva esserci a Berlino, un posto migliore della magnifica “Sala degli specchi” nella notissima “Claerchens Ballhaus“, per pregustare la Berlinale 2017: in un’ambientazione anni ’20, ancora autentica, si è tenuta la presentazione di “Babylon-Berlin”, nuova serie televisiva tedesca, che propone un affresco dell’epoca. All’opera tre registi del calibro di Tom Tykwer (Lola corre), Achim von Borries e Henk Handloegten. Mentre la produzione segna l’inedita collaborazione fra colossi in genere concorrenti: X Film Creative Pool, ARD, Sky e Beta film. Una sinergia che ha prodotto tanto entusiasmo da essere definita come “modello, per progetti anche futuri”. Due serie, di otto puntate ciascuna da 45 minuti. Le prime due andranno in onda il 13 ottobre su Sky, alle 20.15. Ma nel 2018 sarà messa in onda dalla tv pubblica tedesca. La produzione è stata venduta per ora in Italia (a Sky), Gran Bretagna, Spagna e nei paesi scandinavi. Misterioso resta il budget – non abbiamo finito di fare i conti, non sono i 40 milioni di euro che si dice e neppure 39 o 38 però…”, a sentire i registi. “Vogliamo raccontare un’epoca, come fosse un panorama”, ha affermato Tykwer. E, sì, la novità è anche il tedesco: “Nove fiction su dieci sono in inglese, ma il tedesco un po’ alla volta arriva. Porta un altro ritmo, un altro sentire”. Fine anni ’20 a Berlino. Il pensiero corre subito a tutti i “profeti”, che riconoscono nei nostri giorni i tratti di quella frizzante fetta di novecento, che fece da premessa al baratro della guerra. E questo proprio nella capitale tedesca. “Quando abbiamo iniziato a lavorarci, tre anni fa, la crisi finanziaria era al suo apice. Ma non avremmo mai immaginato che tre anni dopo sarebbe stato a rischio l’euro”, ha commentato von Borries. E cita Marine Le Pen. Il parallelismo con la nostra epoca era lì, da qualche parte, nella testa dei tre registi: “allora del resto, proprio come oggi, qualcosa bolliva in pentola”, risponde Tykwer in proposito. Certo i costumi, i personaggi, sembrano parlare di un tempo lontano, ma la distanza è molto più breve di quel che si voglia pensare. “Speculazione e inflazione mettono a dura prova le basi della giovane repubblica di Weimar – si legge a proposito della trama, che si ispira la bestseller (dallo stesso titolo) di Volker Kutscher – povertà e disoccupazione crescenti stanno in gran contrasto con gli eccessi e il lusso della vita notturna e della straripante energia creativa della città”. Una Berlino cosmopolita ed eccitante, nella quale si trova a lavorare Gereon Rath, giovane commissario di Colonia, interpretato da Volker Bruch. Deve risolvere un caso di criminalità della mafia berlinese, che lo porta a contatto con “una giungla di corruzione, droga, traffico d’armi”, e con gli aspetti più trasgressivi di una città sfrenata nella sua anarchia. Al suo fianco la stenografa Charlotte, la giovane attrice Liv Lisa Fries, che, a giudicare dalla presentazione di stasera, non ha dismesso il look vintage del primo novecento dopo sette mesi sul set.(ANSA)

ANSA

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